STATUTI DELL’ORDINE DE CAVALIERI DI S.TO STEFANO, Ristampati con l’addizioni in tempo de Serenissimi Cosimo II; e Ferdinando II e della S.C.M. dell’Imperatore Francesco I Granduchi di Toscana e Gran Maestri. In Pisa l’anno MDCCXLVI. Nella Stamperia di Cristofano Bindi Stampatore, e Librajo della Sacra, ed Illustrissima Religione de’Cavalieri di S.Stefano Papa e Martire. Edizione anastatica. Pisa. Edizioni Ets. 1994, pp. 398.

L’Istituzione dei Cavalieri di S.Stefano, proseguendo sulla strada di altre analoghe iniziative realizzate nel passato, ha voluto offrire allo studioso la ristampa anastatica più completa degli statuti stefaniani, pubblicando l’edizione del Bindi del 1746.

L’opera è preceduta dalla presentazione di Rodolfo Bernardini, presidente dell’Istituzione dei Cavalieri di S.Stefano di Pisa, che riportiamo integralmente: “Cosimo I de’Medici venne eletto nel 1537, dal Consiglio dei 48 di Firenze, successore dell’assassinato Duca Alessandro de’Medici con il titolo di Signore di Firenze. Cosimo non aveva ancora 18 anni ma riuscì ben presto a consolidare tutto il potere nelle sue mani, che mantenne fino alla sua morte, avvenuta nel 1574 all’età di 55 anni. Fin dai primi anni del suo regno il giovane Duca perseguì con grande abilità l’ambizioso progetto di affermarsi a livello internazionale e a tale fine si impegnò sul piano militare, diplomatico e politico. I risultati raggiunti furono veramente notevoli e Cosimo riuscì ad acquisire un grande peso nella vita politica italiana ed un indubbio prestigio nella considerazione europea, elevandosi da principe di uno stato cittadino a sovrano di uno stato regionale che rappresentò in Italia il primo esempio organico di uno stato moderno che sopravvisse per oltre tre secoli fino all’unità nazionale. Nel processo costitutivo dello stato mediceo, realizzato da Cosimo I, la creazione di un Ordine equestre, sacro, militare e marittimo rappresentò uno degli strumenti più efficaci per la formazione di una nuova classe dominante toscana, assolutamente fedele alla dinastia, e per il conseguimento degli ambiziosi obiettivi di politica estera che il Duca si era prefisso. Per la fondazione della sua “Religione” Cosimo I de’Medici riuscì ad ottenere l’approvazione del Pontefice Pio IV che il 1° ottobre 1561 emanò il Breve “Dilecte Fili” con cui autorizzava il Duca a creare il nuovo Ordine. Subito dopo a Firenze si cominciarono a predisporre gli Statuti dell’Ordine da sottoporre all’approvazione pontificia. Questo compito venne affidato da Cosimo a Francesco Vinta che coordinava il lavoro studiando gli Statuti degli ordini equestri già esistenti, a Lelio Torelli per la parte giuridica e a Benedetto Varchi che, dopo che erano state definite le regole da adottare per il nuovo Ordine, curava la stesura degli Statuti. La commissione studiò tra l’altro, gli statuti degli Ordini di Alcantara, di Calatrava, di S. Iacopo della Spada e dei Cavalieri di Cristo ma in particolare vennero presi a modello gli Statuti dell’Ordine dei Cavalieri Gerosolimitani di San Giovanni, detto di Rodi, detto di Malta del quale venne anche adottata la croce ottagona, invertendone i colori, rossa in campo bianca quella del Sacro Militare Ordine di S. Stefano Papa e Martire, bianca in campo rosso, quella del Sovrano Militare Ordine di Malta. L’unica differenza sostanziale stava nel fatto che quello di Malta era (ed è tuttora dato che la sua esistenza come Ente di Diritto Internazionale non è mai venuta meno) un Ordine Sovrano, mentre l’Ordine di S. Stefano era, ed è tuttora, un Ordine dinastico-familiare di cui il Sovrano dello Stato ed i suoi discendenti, anche se non più regnanti, vestono l’Abito di Gran Maestro. Il 1° febbraio 1562 Pio IV con la Bolla “His quae” confermo l’Ordine e ne approvò gli Statuti il cui esame preventivo era stato riservatamente affidato al Cardinale Giovan Battista Cicada che sui medesimi aveva dato un giudizio sostanzialmente positivo. Il 15 marzo dello stesso anno, con una solenne cerimonia celebrata nella Primaziale di Pisa il Nunzio Pontificio Mons. Cornaro consacrò l’Ordine e conferì a Cosimo I de’Medici ed ai suoi discendenti il titolo e l’Abito di Gran Maestro della nuova “Religione” che venne posta sotto la regola Benedettina. L’Ordine venne posto sotto la protezione di Santo Stefano Papa e Martire perché il 2 agosto giorno consacrato dalla Chiesa alla memoria di questo Santo, Cosimo aveva conseguito le vittorie di Montemurlo (1537) contro i fuorusciti guidati da Filippo Strozzi, e di Scannagallo (1554), durante la guerra contro la repubblica senese. Gli Statuti dell’Ordine, approvati da Papa Pio IV, contenevano una meticolosa regolamentazione di ogni aspetto riguardante l’organizzazione religiosa, civile e militare dell’Ordine stesso. Durante il periodo mediceo (1562-1737) vennero approvate due edizioni degli Statuti di cui la prima nel 1562 e la seconda nel 1590. Della prima edizione si ebbero varie ristampe ciascuna contenente anche le Bolle pontificie riguardanti la “Religione” di S.Stefano, l’atto ducale del 1565 relativo alla concessione di privilegi all’Ordine e le varie disposizioni emanate nel tempo dai Gran Maestri, denominate “Addizioni e Dichiarazioni”. La seconda edizione si rese necessaria per adeguare l’organizzazione dell’Ordine sulla base delle esperienze maturate nel primo trentennio di vita e per riordinare la materia alla luce delle varie “Addizioni e Dichiarazioni” emanate nello stesso periodo. Anche di questa edizione si ebbero varie ristampe, integrate come nel caso precedente, di cui l’ultima qui riprodotta in anastatica, pubblicata a Pisa nel 1746 nella stamperia di Cristoforo Bindi. Per le profonde riforme dell’Ordine, successivamente attuate dai Lorena, vennero emanati dei Regolamenti e dei Motuproprio integrativi ma non furono più stampate nuove edizioni degli Statuti. Quella stampata da Bindi, nel 1746, è quindi l’ultima edizione pubblicata degli Statuti, certamente rara anche se non la più rara da un punto di vista dei bibliofili. Tuttavia per la sua completezza, sia per quanto riguarda le Bolle Pontificie e i privilegi ducali che per le Addizioni e Dichiarazioni emanate nel tempo, è la più ricercata e consultata dagli studiosi e specialisti della materia. Per questo l’Istituzione dei Cavalieri di S. Stefano, proseguendo sulla strada di altre analoghe iniziative già realizzate nel passato e nel quadro delle sue finalità statutarie rivolte anche a ricostruire la complessa storia dell’Ordine di S.Stefano, è particolarmente lieta di poter mettere a disposizione degli studiosi la ristampa anastatica dell’edizione 1746 degli Statuti della “Religione” di S.Stefano.”

Alla luce delle sempre più numerose iniziative dell’Istituzione dei Cavalieri di S.Stefano va attribuito il giusto merito al dott. Rodolfo Bernardini, al quale si deve senza ombra di dubbio la ripresa del rifiorire degli studi sugli antichi Ordini cavallereschi toscani, e la rivalutazione nel mondo delle varie pagine di storia mediceo-lorenese. (pfdu)