A CURA DELLA SOCIETÀ RIOFREDDANA DI STORIA, ARTE E CULTURA, Notiziari (editi sotto il patrocinio del Comune di Riofreddo [RM]), Roma, 1995 o 1997, numeri diversi (dal nr. 28 al nr. 46), solo in abbonamento (da richiedersi al Comune – 00020 Riofreddo [RM], tel. 0774-929116).

Il contenuto di questi fascicoli, curati da un minuscolo ma efficiente sodalizio che fa capo al comune di Riofreddo (RM), concerne il microcosmo storico che si fonda su questa piccola comunità montana del Lazio, e che diventa sterminato nei suoi mille agganci agli avvenimenti mondiali, alle vicende nazionali, alle realtà viciniori ed ai fatti di campanile. Riofreddo è uno dei non tanti comuni italiani i quali, avendo a cuore il proprio passato, hanno istituito un’apposita Associazione che lo studia e lo divulga con appositi Notiziari. Quanti altri comuni, ben più grandi, lo fanno?

Nel corso del tempo, i Notiziari riofreddani sono giunti a toccare un tema che ci coinvolge e ci mette in condizione di occuparci di essi da queste colonne. A partire dal nr. 28 del 1995 si è dato inizio ad una ricerca, nata dalla constatazione di un Socio, la quale fa proprio il rilievo che le indagini genealogiche assumono non solo per singole famiglie, ma anche per la ricostruzione delle vicende storiche di un comune. Essa prende le mosse dall’elenco dei circa 500 cognomi rilevati sugli atti pubblici locali (sia laici che ecclesiastici) dal 1581 al 1994, dando per ognuno la diverse grafie, la prima data documentata, la provenienza, ed eventuali note sulle professioni esercitate.

Sempre sul nr. 28 viene riassunto lo Statuto civico di Riofreddo del 1550, elencando i nomi di chi occupò le diverse cariche pubbliche succedutesi in quei quattro secoli. Un paragrafo araldico è costituito dagli estremi di concessione dello stemma civico (R.D. 25 gennaio 1940) e del gonfalone (22 novembre 1953): peccato che i rispettivi testi siano sostituiti da quella che sembra essere la richiesta di stemma avanzata l’8 giugno 1935 dal Podestà pro tempore, che non brilla per chiarezza (fortunatamente l’arma è ben disegnata sulla copertina del fascicolo).

A partire dal nr. 36 si scende nello specifico dei singoli cognomi presenti a Riofreddo, partendo dai più diffusi; il cultore di araldica e genealogia già pregusta momenti felici. E come se non bastasse, si parte alla grande: il primo cognome trattato, Conti (di cui tra l’altro fece parte papa Benedetto XIII), si presenta da solo, lasciando presupporre ghiotte disquisizioni. Invece, le 9 pagine del testo, pur scorrevoli e mai noiose, ci lasciano di stucco. Vi si trova di tutto: gli estensori della ricerca hanno scandagliato decine di testi storici e araldici a caccia della benché minima assonanza al cognome dato. Dalla famiglia Conti di Udine all’omonima di Siracusa, si riportano puntualmente cenni storici e stemmi presenti su lavori arcinoti (in primis il «Dizionario» del Crollalanza), già vittime di analoghi saccheggi antichi e recenti, intercalati a fatti e fattacci della famiglia riofreddana di analogo cognome.

Attenzione, però, non fraintendiamo: la ricerca è minuziosa, ponderosa, non facile, senz’altro utile in quanto riassuntiva. Ma non è propriamente una ricerca genealogica, giacchè il lato più schiettamente riofreddano è confinato in una sola pagina.

Lo stesso vale per gli altri cognomi oggetto della ricerca (Palma, Palmieri, Rainaldi, Rinaldi, Caffari, Vasselli, Rocchi, Bernardini, De Santis, Proietti, ecc.). Lo studioso di araldica e genealogia, non solo laziale, troverà vantaggio nel dovizioso sunto di notizie altrimenti polverizzate in fonti diverse, ma non sappiamo come reagirà di fronte a certi passaggi: i Palma cosa c’entrano con i pittori Giacomo e Jacopo Negretti, più noti come Palma il Vecchio e Palma il Giovane? Per i Rocchi, perchè scomodare il conte di Rochester e tanti altri «Roca», su su fino a San Rocco (sic)? E che dire ai poveri Bernardini, abbinati dapprima ai molti personaggi aventi nome Bernardo (fra cui Bernardo degli Uberti), poi all’elenco di alcuni usi volgari del termine «bernarda» con tanto di spiegazione dei relativi doppi sensi?

La serie dei Notiziari prosegue comunque con nuovi contributi e con addende alle ricerche già effettuate.

La genealogia, difatti, è una scienza senza fine, sia per la mole dei dati che può reperire, sia per i modi in cui può trasmetterli; in tal senso, va senz’altro sottolineato il pregevole e curato supplemento sulla famiglia Conti (nr. 44, pag. 18), costituito da una ricerca storica effettuata con tutti i crismi sulle presenze a Riofreddo e dintorni di quella nobile dinastia, testimoniata in loco fin dal XIII secolo tramite un ramo dei signori di Anticoli. (M.C.A. Gorra)