ROBERTO SACCARELLO, Gli Ordini equestri pontifici ad un secolo dalla riforma di Pio X, Viterbo, 2005, Catalogo della mostra omonima, 7-9.10.2005, Ente Fiera di Vicenza, pp. 64, con illustrazioni in b-n e colore s.i.p.

In ideale prosecuzione di un altro e più completo lavoro (Gli Ordini cavallereschi delle Dinastie italiane e della Santa Sede, Speciale n° 31 di Cronaca Numismatica, settembre/ottobre 2005, recensito inNobiltà, n° 68, settembre 2005, p. 431) l’autore qui si sofferma sugli Ordini equestri di collazione pontificia, con particolare attenzione agli usi correnti e quindi alla quotidianità di questo specifico insieme di sistemi premiali. Non a caso, il presente fascicolo costituisce il catalogo di una mostra dedicata alle insegne ed alle decorazioni dei cinque Ordini vaticani e di quello del Santo Sepolcro, effettuata dal 7 al 9 ottobre 2005 nell’ambito di Vicenza Numismatica, massima rassegna nazionale di settore giunta alla 14ª edizione (una manifestazione annuale che, intelligentemente, fonda il suo successo internazionale anche nell’offrire spazi espositivi a tutti i fenomeni culturali ed artistici legati alle scienze documentarie della storia affini, o parallele, alla numismatica).

Ma quest’agile volumetto non è un semplice catalogo: lo dimostra la breve introduzione che delinea la figura di San Pio X mettendo in particolare evidenza l’opera di riforma degli Ordini pontifici da egli attuata, e che andò a completare quel che i predecessori Gregorio XVI e Pio IX avevano compiuto limitatamente ad alcuni di essi. Lo ribadisce l’ulteriore premessa che genericamente si sofferma su natura e genesi della cavalleria e dei sistemi premiali ad essa collegati nel tempo. Lo conferma il capitolo che riassume natura e storia degli Ordini pontifici istituiti nei secoli ed ormai estinti, il quale introduce ai sei capitoli che (inerenti a quelli tuttora sopravvissuti) costituiscono il cuore dell’opera: Ordine supremo del Cristo; Ordine dello Speron d’oro; Ordine Piano; Ordine di San Gregorio Magno; Ordine di San Silvestro papa; Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (quest’ultimo, benché semi-indipendente, è stato accomunato ai primi per via dell’augusta protezione che la Santa Sedegli accorda).

Di ognuno vengono dati un breve sunto storico, cenni normativi ed applicativi, le descrizioni delle insegne e dell’uniforme e, last but not least, un apparato iconografico essenziale ma sufficientemente completo e tale da permettere l’adeguato inquadramento visivo di quel che il testo propone. Ed anche sotto quest’aspetto il volumetto ci appare pregevole, per l’equilibrato mix fra immagini non abituali ed altre già note, fra documenti d’epoca e fonti contemporanee, fra riproduzioni di insegne ed altre testimonianze pertinenti all’ambito socio-culturale che gravita intorno ad esse.

Un’accurata operetta nata per divulgare, quindi, che si segnala per la correttezza espositiva e per la completezza documentale, e che diligentemente si limita (ammesso e non concesso che ciò sia davvero un limite) ad esporre in quali forme e sotto quali condizioni si manifestano oggi questi sistemi premiali: il che è impresa di non poco conto (soprattutto oggi che molta gente, affamata di esteriorità, spesso bada soltanto alle apparenze). La controcopertina si segnala infine per l’insolita variante d’epoca dello stemma di papa Pio X ivi pubblicata, assai curiosa a causa degli insoliti smalti con cui ne sono state rese le figure. (Maurizio Carlo Alberto Gorra, IAGI)