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Genealogia di Dino Renier
Le fonti locali per la ricerca genealogica sono, in linea di massima, i libri di Battesimo, Matrimonio e Morte conservati negli Archivi delle Curie Vescovili e nelle Parrocchie, nonchè i Registri di Stato Civile e gli Atti Anagrafici Comunali.
Documenti posseduti da famiglie, atti pubblici, quali Rogiti, Registri Catastali e Fiscali, Liste di Leva ed Elettorali possono integrare la ricerca e chiarire alcune incertezze che possono emergere sia nei casi di omonimia, sia nell’uso alternato di nomi diversi riferentisi alla medesima persona, sia nell’impiego dell’eventuale soprannome al posto del cognome, o ancora per altri motivi.
I censimenti di epoche passate e quelli più recenti, reperibili negli Archivi Comunali e in quelli Ecclesiastici, possono dare notizie (professione, condizione personale, ubicazione territoriale, ecc.) solitamente mancanti in altri documenti.
Chi per la prima volta si accinge a svolgere una ricerca del genere si scontrerà inevitabilmente con difficoltà di varia natura: le grafie non facilmente decifrabili; l’abbreviatura delle parole (es: 9mbre=novembre) molto in voga nei tempi passati; i vocaboli caduti in disuso e il cui significato è spesso incomprensibile; lo stato di conservazione degli atti, sia per quanto attiene al supporto cartaceo o pergamenaceo sia per le alterazioni chimiche degli inchiostri usati che rendono la scrittura difficilmente leggibile.
Con un’indagine del genere è possibile soddisfare la curiosità di individuare i nomi dei propri antenati e delle famiglie con le quali si sono imparentati; si può conoscere la prolificità della stirpe e le professioni esercitate dai membri della medesima in alcuni casi è anche possibile determinare la provenienza geografica del proprio casato e con un po’ di fortuna reperire tra le notizie di archivio indicazioni sull’appartenenza ad eventuali ceti dei cittadini e dei popolari.
Si può anche stabilire se qualche avo ha ricoperto cariche pubbliche o accertare propri titoli di ereditarietà. Infine, una tale indagine, classificabile come una microstoria, può contribuire alla chiarificazione di incerte notizie relative ai personaggi od a situazioni di notevole rilievo storico.
I Registri Parrocchiali, di Battesimo, Matrimonoio e Morte, istituiti con decreto del Concilio di Trento (1545 – 1563), rimangono fondamentali sia per la loro specificità sia per la continuità temporale.
Gli atti istituiti dall’autorità civica, anch’essi basilari allo scopo, sono raccolti in parte negli Archivi Stori Comunali e in parte negli Uffici Demografici dei Comuni. Sono Registri di Nascita, Matrimonio e Morte, quelli delle Pubblicazioni Matrimoniali, di Cittadinanza, nonché i Registri Anagrafici, le Schede Individuali e di Famiglia e alcuni Censimenti Generali della popolazione promossi dall’autorità statale.
I Registri dell’Ufficio di Stato Civile iniziano, di norma, dal 1871 (Unità d’Italia)[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]
S. E. R. Mons. Dino De Antoni
Arcivescovo Metropolita di Gorizia
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l’araldista Giorgio Aldrighetti
(Cliccare sull’immagine per visionare l’albero genealogico di Giorgio Aldrighetti)
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