Araldica Ecclesiastica
di Giorgio Aldrighetti






    Analizziamo ora gli ornamenti esteriori usati nell'Araldica Ecclesiastica.

La tiara

E' il più insigne fra gli ornamenti esteriori ecclesiastici, emblema primario del papato. Copricapo extra-liturgico in uso, sino al pontificato di Paolo VI, solamente nel corso di grandi solennità ed un tempo nelle processioni, rappresenta la dignità del Sommo Pontefice nella sua doppia veste di capo supremo della Chiesa e di sovrano dello Stato pontificio, mentre le chiavi simboleggiano la giurisdizione. Per tale motivo, alla morte di un Papa, si rappresentava l'arme della Chiesa con la sola tiara, senza le chiavi. Ha un'origine comune con la mitra, somigliando al copricapo frigio, usato alla corte persiana, divenuta poi l'insegna dell'imperatore di Bisanzio. Sembra venisse usata dal tempo del papa Costantino (708-715) come segno del potere temporale. Agli inizi assumeva la forma di un cono alto e acuminato, confezionata con stoffa bianca e con una fascia dorata che circondava l'orlo inferiore. Questo copricapo è da non confondersi dal camelaucum che si trasformò poi in mitra liturgica. Verso il X secolo, la fascia dorata della tiara divenne una corona, che nel XIII secolo sarà sormontata da punte dentellate, chiamata regnum.

Con Bonifacio VIII (1294-1303) la tiara mutò leggermente la forma e venne aggiunta una seconda corona, quando con la bolla Unam sanctam il Sommo Pontefice dichiarò la sua sovranità sopra il mondo; lo stesso Papa, poi, sembra, fu il primo a timbrare il proprio scudo gentilizio con la tiara, mentre per altri autori la tiara inizia a timbrare lo scudo papale solo con Giovanni XXII (1316- 1334).

La doppia corona assume, così, lo stesso significato dell'autorità pontificale ed imperiale in analogia della doppia corona dell'imperatore che portava sopra la mitra clericale il “diadema imperii”. Innocenzo III (1198-1216) indica, invece, la mitra “pro sacerdotio”, mentre la tiara “pro regno”.

La terza corona venne aggiunta, secondo alcuni autori, sotto il pontificato di Benedetto XI (1303- 1304), per altri con Clemente V (1305-1314), per altri, ancora, nel 1334, con Benedetto XII, per dimostrare che il papa rappresentava le tre Chiese trionfante, militante e purgante, ovvero il dominio sulle regioni del Cielo, della terra e degli Inferi, o ancora la triplice sovranità del capo della Chiesa, consistente nella sovranità spirituale sulle anime; regalità temporale sugli Stati romani; sovranità eminente su tutti i sovrani della terra e di qui il nome triregnum.

Numerosi studiosi, nei secoli, si sono sbizzarriti per interpretare il perché delle tre corone poste nella tiara. Elenchiamo, di seguito, diverse loro interpretazioni. Per alcuni, le tre corone della tiara figurano in analogia alle tre corone dell'Imperatore: tedesca di Aquisgrana, lombarda di Milano – Monza, romana di Roma. Per altri il papa porta le tre corone come prefetto dell'Italia, Illiria e Africa. Altri asseriscono che le ha come Patriarca, Pretore e Prefetto, o per rappresentare le tre lingue ebraica, greca e latina; o per simboleggiare la preminenza del Papa su tutti i sovrani, o perché chiamandosi “Servo dei Servi” si deve maggior onore a chi si umilia.

Vi è chi dice che la tiara rappresenta il Sommo Sacerdote, il Re e il Legislatore Universale, o l'autorità pontificia sulle tre parti antiche del mondo, l'Asia, l'Europa e l'Africa, colonizzate dai discendenti dei figli di Noè, Sem, Jafet e Cam o ancora che la corona posta al culmine della tiara rappresenterebbe la sovranità pontificia sugli arcivescovi, che avevano diritto a una mitra con due cerchi, e sui vescovi, la cui mitra portava solo un cerchio.

Il cerimoniale dell'incoronazione papale, tratto dal “Pontificale romano” del 1596, prevedeva, invece, che il cardinale primo diacono, nell'imporre la tiara sulla testa del Sommo Pontefice, gli ricordasse che la riceveva perché Padre dei Principi e dei Re, Rettore dell'orbe, Vicario del Salvatore Nostro Gesù Cristo in terra. Per altri la triplice corona simboleggerebbe il triplice ministero papale di sacerdote, di pastore e di maestro della Fede.

Un'altra interpretazione afferma che le tre corone della tiara corrisponderebbero ai tre principali attributi delle persone della Santissima Trinità, ovvero la Potenza del Padre, la Saggezza del Figlio e l'Amore dello Spirito Santo, mentre altri vi scorgono i simboli delle tre virtù teologali, che devono coesistere in grado eroico presso il Santo Padre, che vive normalmente in uno stato di santità: la Fede, la Speranza e la Carità.

Per altri, ancora, il triregno ricorderebbe le tre corone donate ai Pontefici da Costantino, Clodoveo e da Carlomagno o, ancora, il simbolo della triplice autorità dottrinale, sacramentale e pastorale; per altri, infine, il simbolo della potenza della Chiesa che, come quella di Cristo suo fondatore, si estende oltre la vita presente e quindi sulle cose terrene, infernali e celesti.

Per completezza d'esposizione osserviamo, inoltre, che in antiche raffigurazioni della Santissima Trinità solo Dio Padre viene rappresentato con una tiara, ma a cinque corone.

Il Papa il cui nome, secondo il de Beatiano, 2) sarebbe l'abbreviazione di “Pater Patrum”, riceveva la tiara dalle mani del cardinale primo diacono, come in antico, fuori della Basilica Vaticana, il giorno della sua solenne incoronazione dopo celebrata la Messa solenne, dinanzi al popolo. La portava poi nella solenne cavalcata con la quale si recava a prendere il possesso dell'Arcibasilica Lateranense, dal tempo in cui stabilì ordinaria dimora nel Palazzo Vaticano.

La tiara, contornata di tre corone sovrapposte, sormontata, dal XIV secolo, dal globo crucifero e munita di due infule, ora rialzate verso la tiara, ora volte al basso, ordinariamente caricate ciascuna da una crocetta patente, è stata smessa come copricapo da Paolo VI, che però la ha mantenuta come ornamento esteriore nello scudo personale.

Con il pontificato di Benedetto XVI (2005)
la Tiara non timbra più lo scudo papale essendo stata sostituita dalla mitria.







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