I Vescovi della Diocesi di Chioggia

FEDERICO M. GIOVANNELLI

LXIV
1773 - 1776



   Inquartato: nel primo e nel quarto d'oro all'aquila spiegata e coronata d'azzurro; nel secondo e nel terzo d'azzurro alla navicella al naturale, sul mare d'argento, ondato d'azzurro, d'un palo d'oro, guarnito d'argento, con una sola vela, governata da due giovanelli di carnagione affrontati, uscenti dalla navicella, con le mani appoggiate al palo. Sulle partizioni croce patente d'argento.



    Federico M. Giovanelli nacque da nobile famiglia a Venezia nel 1728, famiglia che pare sia fuggita nei tempi remoti dall'Inghilterra per motivi religiosi, arrivando nella città di S. Marco, ove ebbe onorificenze ed uomini di grande valore. Percorse i suoi studi nel collegio dei Gesuiti di Brescia e poi di Roma.

    Ritornato a Venezia e ordinato sacerdote, si portò nuovamente a Roma, accolto benevolente dal suo concittadino papa Clemente XIII, da cui ebbe onorificenze. Di carattere schivo ed umile, preferì tornare alla città natale.

Accompagnò a Roma il card. Priuli, vescovo di Vicenza per il conclave convocato per l'elezione del successore dello stesso Clemente XIII. Rifiutati altri prestigiosi incarichi, tornò a Venezia, operando “con gli esempi di una profonda pietà verso Dio e di liberalità verso i prossimi”.

    Il Senato Veneto, nonostante le resistenze del Giovanelli, lo propose nel 1773 quale vescovo di Chioggia, essendo rimasta la sede vacante per l'elezione del Morosini a Vescovo di Verona.

    Consacrato vescovo a Roma dal card. Rezzonico, entrò in diocesi il 1 novembre. Si diede subito ad incrementare l'istruzione religiosa dei fanciulli, provvide di opportune regole il Seminario, aggiungendovi l'insegnamento della teologia, riacquistò gli arredi sacri asportati dai Domenicani, passati a Venezia, della chiesa di S. Domenico; prescrisse che le sacre funzioni fossero compiute non oltre il tramonto ed elargì generose sovvenzioni per i poveri, specialmente pescatori, perché potessero riparare le loro reti rovinate, tanto che le elemosine assorbivano buona parte delle rendite del suo patrimonio.

    Morto nel 1775 il patriarca di Venezia, Giovanni Bragadin, il Senato, assecondando i desideri del popolo, elesse il Giovanelli, che, a malincuore, lasciò Chioggia per passare nella sua diocesi natale, dove diffuse per ben 25 anni il suo zelo ed affrontò periodi particolarmente burrascosi seguiti al crollo della Serenissima. Morì nel 1800, mentre i 35 cardinali, riuniti nell'isola di S. Giorgio, non si erano ancora accordati sulla scelta del futuro nuovo pontefice, che fu poi Pio VII.

    Nel nostro episcopio si conserva il ritratto del Giovanelli, che lo raffigura in vesti patriarcali.



Blasonature a cura di Giorgio Aldrighetti
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