I Vescovi della Diocesi di Chioggia

GIAN ALBERTO DE' GRANDI

LX
1750 - 1753



   D'azzurro all'albero frondoso al naturale uscente da una pianura di verde, sinistrato da un leone d'argento al tronco.



    Veneziano, monaco e canonico regolare dell'abbazia di Candiana e poi abate generale e maestro dell'Ordine, insegnante di teologia a Roma, Gian Alberto De' Grandi (al secolo Francesco Gaetano) fu ordinato sacerdote in Chioggia dal vescovo Antonio Grassi nel 1713 con dispensa apostolica per difetto di 13 mesi d'età.

    Nel 1750 Benedetto XIV lo nominò vescovo di Chioggia, diocesi che egli accettò perché “quella città, che gli era offerta a sposa, era stata madre per la sacerdotale consacrazione”. Consacrato vescovo a Roma, venne a Chioggia nel 1751. Da semplice frate qual era, continuò la sua opera educativa e caritativa verso i fanciulli, gli infermi ed i poveri, di cui ogni venerdì uno sedeva alla sua mensa. Aprì il Giubileo universale, esteso dal Papa nel 1751, con un discorso in Cattedrale, seguito da una sacra Missione, e chiuso da lui stesso nella pubblica piazza “con tale efficacia di parola ed unzione di spirito da far strappare le lacrime di pentimento ai peccatori più riottosi”. Indisse un pellegrinaggio solenne nel 1752 all'antico santuario della Madonna della Navicella, al termine del quale consegnò delle somme di denaro a tre povere donne presenti, con la promessa di ripetere il gesto negli anni successivi. Tornato in episcopio, fece sedere alla propria tavola 13 indigenti, servendoli lui stesso, mentre egli si cibava di soli pane e acqua, passando poi nel vicino convento dei Cappuccini (Ca' di Dio) a flagellarsi per il resto della giornata, “onde espiare le colpe dei suoi figliuoli spirituali ed allontanare dal loro capo la divina vendetta”. Mentre si preparava ad indire il Sinodo e a far aprire il Seminario, lo colse la morte, all'età di 62 anni, il 22 luglio 1752.

    Il suo ritratto ad olio si conserva nella sacrestia della Cattedrale e alcuni brani dei suoi paramenti sacri e due pungenti cilici a catenelle si conservavano un tempo (1933) nella Curia. La sua tomba, ai piedi del presbiterio della Cattedrale, fu a lungo meta di pii pellegrinaggi, mentre un monumento alla sua memoria fu posto al di sopra del confessionale del penitenziere. Il merito maggiore del vescovo De' Grandi fu la fondazione a Chioggia della Congregazione dei Preti dell'Oratorio (Filippini), da lui sancita con decreto del 16 giugno 1751 e di cui approvò anche la regola, anche se il merito dell'opera va attribuito però al can. Giulio M. Grassi, suo Vicario generale e Arciprete della Cattedrale.

    Sotto l'episcopato di mons. De' Grandi, fu benedetto nella chiesa di S. Andrea (1751) l'altare dei SS. Vito e Modesto, eretto a spese del Comune, con una pala di Palma il Vecchio e una statua in marmo di S. Giovanni Nepomuceno; nella chiesa di S. Giacomo (1752), in fase di ricostruzione, venne riportato il Sacramento, mentre nella Cattedrale vennero decorate la volta e le pareti della cappella del SS. Sacramento con magnifici stucchi ad opera di Giacomo Gaspari e con affreschi e tele del pittore Michele Schiavoni.



Blasonature a cura di Giorgio Aldrighetti
Testi di Angelo Padoan
Realizzazioni Html a cura di C. R.