I Vescovi della Diocesi di Chioggia

ANTONIO GRASSI

LVI
1696 - 1716



   D'argento all'aquila spiegata di nero; in cuore, scudetto d'argento al drago sormontato da una stella (8).

    Nato a Chioggia, nella parrocchia di S. Giacomo, nel 1664 fratello di Francesco, divenuto vescovo di Nona, pronipote dei suoi predecessori Pasquale e Francesco, zio paterno dell'altro Francesco, che poi fu vescovo di Caorle, studiò prima a Chioggia e poi a Padova. Di talento precoce, studioso, a venti anni, non ancora sacerdote, fu nominato canonico; poi Arciprete e nel 1684 ebbe la dignità di Decano. Vicario capitolare nelle ultime due vacanze episcopali, fu consacrato vescovo a Roma nel 1696 e designato alla sede di Chioggia dal papa Innocenzo XII.

    Fra le molte opere realizzate durante il suo episcopato, ricordiamo in ordine di tempo: le creazione a parrocchia di Donzella 1698, di S. Anna, smembrata da quella del Duomo (1704), di Ca'Bianca (1706) e di S. Croce in Ca'Pisani, smembrata da quella di Villaregia (1707). Nel 1706 benedisse la prima pietra del convento delle Cappuccine di S. Chiara (attuale Seminario) e della relativa chiesa dedicata al Corpus Domini, ultimata nel 1709, anno in cui il Grassi accolse al traghetto di Vigo le prime due monache professe insieme ad altre dieci novizie, accompagnandole processionalmente fino al monastero: Fu eretta e Benedetta nel 1715 dal Vescovo Grassi la chiesa di S. Martino di Sottomarina (di cui ora è visibile il portale nel lato Sud dell'attuale) nello stesso luogo in cui sorgeva l'antica , distrutta durante la guerra di Chioggia (1379).

    Fra i suoi lasciti testamentari va ricordato quello generoso in favore dell'istituzione di un Seminario in Chioggia, opera che verrà realizzata solo molto più tardi, anche per una complessa clausola contenuta nel testamento e che obbligava gli eredi a godere della somma solo dopo 25 anni e dopo la formazione di un capitale di 12.000 ducati, questione risolta dal vescovo Gradenigo nel 1763.

    Il Vescovo Grassi morì il 14 novembre 1705 e fu sepolto nel cuore del Duomo, ove si trova pure sopra il sedile del celebrante un monumento sormontato dal ritratto del vescovo con stemma, mentre ai due lati dell'altare di S. Rocco (il primo a destra entrando) si trovano due iscrizioni con l'arma vescovile e un'altra sul pavimento presso i gradini dello stesso altare.



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