I Vescovi della Diocesi di Chioggia

ANTONIO SAVORIN

LXIX
1830 - 1842


   Semitroncato partito: nel primo d'azzurro a tre stelle (5) d'oro, poste 1, 2,. Nel secondo al mare ondoso d'argento e d'azzurro. Nel terzo d'argento all'albero frondoso al naturale piantato sul monticello di verde.



    Il 79° vescovo di Chioggia mons. Alfredo Magarotto, designato a succedere a mons. Sennen Corrà e predecessore dell'attuale mons. Angelo Daniel, fu il terzo vescovo d'origine padovana a reggere la nostra Diocesi. (1)Lo hanno preceduto due tra i più illustri vescovi della storia ecclesiastica clodiense: mons. Antonio Savorin e mons. Jacopo De Foretti.

    Il primo nacque a Torreglia (distretto di Teolo, diocesi di Padova) il 16 giugno 1769. Ordinato sacerdote nel seminario patavino, fu prescelto dal Vescovo Dondi dell'Orologio (di chiara discendenza chioggiotta, lontano parente di quel Giovanni Dondi dell'Orologio, che a Padova da Chioggia si trasferì, insieme al padre Jacopo, verso il 1349 e inventore del bel noto Astrario) come insegnante di grammatica, belle lettere e storia sacra, tenendo poi la cattedra di Diritto canonico nel Seminario padovano e all'Università quella di eloquenza. Dopo essere stato per 12 anni Arciprete a Breganze (VI), nominato Vescovo di Chioggia da papa Pio VIII nel 1830, fu consacrato a Venezia e fece il suo ingresso solenne in diocesi l'11 settembre dello stesso anno.

    Fu il Savorin uomo veramente dotto, energetico, caritativo. La sua dottrina ebbe encomi da Roma, ed a lui ricorrevano per consiglio eminenti prelati, come il patriarca di Venezia”.(2) Fu lui a invitare (1833) l'allora suor Maddalena di Canossa a Chioggia allo scopo di fondarvi, presso il convento di S. Caterina, un istituto per le giovani pericolanti (intento raggiunto solo nel 1855); nel frattempo il Savorin affidò l'Istituto, denominato “Suore della Carità e della cristiana misericordia”, al filippino p. Giuseppe Renier.

    Dedicò particolari cure al Seminario sia nel campo degli studi che in quello strutturale: ottenne, infatti, l'accesso agli studi filosofici anche a quei giovani che non aspiravano al sacerdozio. Fatto unico nella storia ecclesiastica della diocesi conferì il 31 maggio 1835 in Cattedrale la consacrazione episcopale al can. Antonio Maria Calcagno, Arciprete della stessa Cattedrale, eletto vescovo di Adria (autore, tra le altre, della preziosa operetta: “Storia dell'apparizione di Maria Vergine sul lido di Chioggia”, Venezia, 1823).

    Fu uomo di così grande spirito caritativo che il Viceré Ranieri ebbe a dirgli: “Monsignore, per i poveri vendereste la vostra croce!”, cui mons. Savorin rispose: “Non sarei padre se altrimenti facessi!”. Durante il suo episcopato si verificarono due epidemie di colera (1835-36), una tremenda alluvione del Po (1839) che, durata ben 77 giorni, travolse la chiesa parrocchiale di Ca' Venier, e a Chioggia un'eccezionale alta marea, che allagò totalmente la città e che fu chiamata “l'acqua di S. Nicolò” (6 dicembre). Ma, come detto, prerogativa di mons. Savorin fu la generosità “oltre ogni misura, fino a condividere l'ultimo pane con i suoi figli”.(3)

    Morì la notte del 25 dicembre 1840; nel suo testamento lasciò ai poveri quel poco che ancora teneva e all'Istituto di S. Caterina 18 campi in quel di Padova. Dopo i solenni funerali, fu sepolto, come era allora d'uso, nella tomba dei Vescovi in Cattedrale, mentre il suo busto in gesso, modellato dal protomastro Antonio Carisi, fu conservato nella Biblioteca del Seminario.



1. E' il 69° Vescovo secondo il Pagan in "Spunti di storia ecclesiastica clodiense", 1933, e secondo il Razza in "Storia popolare di Chioggia", 1898, mentre nella cronografia della Curia Vescovile risulta il 75°, non tenendo conto dei 4 vescovi, tre rinunciatari e uno morto prima di essere consacrato, succedutisi tra il 1286 e il 1290.

2. D. Razza, "Storia popolare di Chioggia", Duse, 1898.

3. F. Pagan, "Spunti di storia ecclesiastica clodiense", Chioggia, 1933.




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