I Vescovi della Diocesi di Chioggia

GIUSEPPE MARIA PERUZZI

LXVII
1807 - 1818



   D'azzurro a sei pere gambute e fogliate al naturale, poste 3, 2, 1.



    Giuseppe Maria Peruzzi nacque a Venezia nel 1746; canonico regolare della Congregazione del SS.mo Sacramento, si addottorò a Padova in lettere in quella università. Fu Vicario della chiesa di Pontelungo per oltre vent'anni prodigandosi nell'aiuto ai poveri e ai bisognosi. Nel 1795 fu chiamato da papa Pio VI a succedere a mons. Sceriman, trasferito dalla diocesi di Chioggia, in quella di Caorle, dove continuò la sua opera di beneficenza, privandosi anche del proprio.

    Resasi vacante la sede episcopale clodiense, su proposta di Napoleone, allora re d'Italia, fu nominato da papa Pio VII vescovo di Chioggia. Si diede subito a regolamentare l'organizzazione della diocesi e specialmente delle chiese e delle parrocchie. Procedette, perciò, nel 1809 alla divisione della città in tre parrocchie (Duomo, S. Giacomo, e S. Andrea), divisione rimasta fino al 1965, erigendo altresì a parrocchia autonoma la chiesa di S. Martino di Sottomarina.

    Particolare attenzione ebbe verso il clero e la sua preparazione. Nel 1810 celebrò con solennità il 7° centenario della contemporanea traslazione delle reliquie dei SS. Patroni Felice e Fortunato e della sede Vescovile di Malamocco. Dopo il tramonto dell'astro napoleonico, il Peruzzi assistette al blocco della città, che portò carestia e miseria tra la popolazione e al quale fece seguito, dopo l'abdicazione dell'Imperatore francese, l'ingresso degli Austriaci il 17 maggio 1814, preceduto da un triduo di ringraziamento in Cattedrale.

    Si tenne lo stesso anno la terza grande processione del Cristo di S. Domenico nella domenica in Albis, quasi a compimento di un voto per lo scampato pericolo e alla quale parteciparono circa 4.000 persone. Nel 1815 il Peruzzi riconsacrò la restaurata chiesa di S. Andrea in città. Il suo episcopato fu funestato da altre calamità: una piena dei fiumi nel 1816 e un'epidemia di tifo petecchiale che mieté 443 vittime; nello stesso anno avvenne la sistemazione del cimitero di S. Giovanni Battista nel luogo ove esso ancora si trova, benedetto dallo stesso vescovo Peruzzi.

    Fra le varie opere compiute da questo vescovo, quella di maggior merito è indubbiamente il trasferimento del Seminario dall'isola di S. Domenico al convento delle Cappuccine, ove tuttora si trova; ne pubblicò le regole e ne avviò il corso regolare d'insegnamento. Intanto, nel 1814 il Peruzzi era stato nominato da papa Pio VII amministratore apostolico delle diocesi di Venezia e Torcello e, dal governo austriaco, cavaliere dell'ordine della Corona di Ferro, per mano del viceré Ranieri.

    In seguito alla vacante sede di Vicenza, fu dall'Imperatore nominato l'8 dicembre 1815 vescovo di quella diocesi e la nomina confermata tre anni più tardi dalla S. Sede. Lasciò la nostra diocesi il giorno dell'Assunta e vi ritornò, undici anni dopo, a rivedere i suoi figli chioggiotti, ricevuto a Brondolo da barche pavesate a festa, tra acclamazione di giubilo e dimostrazione di affetto. Morì a Vicenza nel 1830 all'età di 84 anni.



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