Araldica Militare
di Giorgio Aldrighetti






Stemma Marina Militare 1941

    Benché il 10 giugno 1940 l'Italia fosse entrata in guerra, e ci fossero molti importanti problemi da risolvere, la procedura burocratica proseguì il suo inarrestabile cammino e così, circa un anno e mezzo dopo, con Decreto Reale del 25 aprile 1941 - anno XIX E. F. n. 3107, registrato alla Corte dei Conti il 5 giugno successivo, lo stemma araldico venne concesso e riportato nella pubblicazione DCN 105 “Norme riguardanti emblemi, distintivi e nome da applicare sulle RR. Navi”, edizione marzo 1942”. 8)

Il decreto così recita:


“Vittorio Emanuele III”
PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÁ DELLA NAZIONE
RE D'ITALIA E DI ALBANIA
IMPERATORE D'ETIOPIA

    Veduta la domanda del Ministero della Marina diretta ad ottenere la concessione di un particolare stemma per uso della Nostra Marina;
Veduti gli atti prodotti a corredo di questa domanda;
Udito il Nostro Commissario per la Consulta Araldica;
Veduto l'art. 4 del Nostro decreto in data 9 ottobre 1930, n. 1405;
Veduto l'art. 79 dello Statuto Fondamentale del Regno;
Sulla proposta del Duce del Fascismo, Capo del Governo;
Veduta la Delega 3 novembre 1939 XVIII, rilasciata dal Duce del Fascismo, Capo del Governo, al Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri;


Abbiamo decretato e decretiamo
Concediamo alla Nostra Marina il seguente stemma:

Inquartato: al 1° (Marineria Veneta) di rosso al leone di S. Marco con la spada e con il libro degli Evangelisti chiuso, quale si usava in tempo di guerra; al 2° (Marineria Genovese) d'argento alla croce di rosso; al 3° (Marineria Amalfitana) d'azzurro alla croce biforcata d'argento; al 4° (Marineria Pisana) di rosso alla croce pisana d'argento; sul tutto l'insegna Sabauda affiancata da due fasci littori d'oro;

Lo scudo sarà contornato da un cavo torticcio d'oro e sormontato da una corona formata da un cerchio con motivi alternati di rostri e di ancore romane, cimato da quattro torri (tre visibili) merlate alla guelfa, fiancheggiato da due prore rostrate che sporgono lateralmente, il tutto d'oro.

Il Duce del Fascismo, capo del Governo, è incaricato della esecuzione del presente Decreto che sarà registrato alla Corte dei Conti e trascritto nei registri della Consulta Araldica e nell'archivio di Stato in Roma.

Dato a Roma: addì 25 aprile 1941 XIX.

Vittorio Emanuele”. 9)


    Ci sia permesso, a tal punto, evidenziare che la blasonatura del Regio Decreto ci sembra infelice e difettosa. Manca, ad esempio, la descrizione dello smalto del leone marciano e la positura della stessa figura araldica, se “passante”, “accovacciata”...; lo smalto, poi, dello scudo della Veneta repubblica non è mai stato “di rosso”, ma “d'azzurro”, essendosi, invece, nel tempo usato il “di rosso”, preferibilmente e solo in Bandiera; 10) che il leone marciano impugnante una spada con il libro chiuso lo si usasse, poi, “in tempo di guerra” è solo una falsa e diffusa credenza; 11)

La “croce pisana d'argento”, invece, ha i pomelli disgiunti e non uniti ai bracci della croce ed infine, per la corona, non viene specificato il numero dei “rostri e delle ancore romane”.

Le successive “norme di applicazione” prescrivevano:

“Lo stemma araldico della Regia Marina, o del nome della nave, sarà sistemato a prora delle corazzate e incrociatori, assegnando lo stemma araldico del nome della nave a quelle corazzate e incrociatori che abbiano un nome cui si riferisce uno stemma araldico. Lo stemma araldico del nome della nave sarà pure sistemato sulle imbarcazioni, bitte e tappi di volata dei cannoni relativi a corazzate e incrociatori che abbiano nomi cui si riferisce uno stemma araldico. Essi saranno in bronzo a superficie liscia. Il fondo sarà in smalto bleu scuro”.

"Le dimensioni dello stemma di prora dovevano essere le seguenti:
- corazzate e incrociatori: altezza 1200 mm, larghezza 600 mm;
- incrociatori minori: altezza 1000 mm, larghezza 500 mm.

I problemi derivanti dalla guerra e, a partire dal 1943, quelli ancor più gravi derivanti dall'armistizio e dalla divisione dell'Italia in due parti che si combattevano fra loro, fecero trascurare la questione dello stemma araldico. In quegli anni, fra l'altro non si costruirono molte grandi navi sulle quali applicarlo”. 12).

indietro    avanti - 7ª pagina di 9
Realizzazioni html a cura di C. R.
Per ritornare all'indice del'Araldica, chiudi questa pagina