Araldica Civica
di Giorgio Aldrighetti





    Come già ricordato il più antico stemma dell'Arma dei Carabinieri risale al 1935 quando, a seguito della concessione della Bandiera di Guerra sancita con R.D. 7 luglio 1932, n° 375, venne autorizzato l'emblema araldico alla Benemerita, con R.D. 2 maggio 1935, seguito dalle RR.LL.PP. in data 27 maggio 1935, caricato con le figure araldiche che riscontreremo, in parte, anche nelle modificazioni successive dello stemma. 2)

Con D.P.R. 27 dicembre 1952, l'emblema verrà modificato, per ottemperare alle direttive del Ministero della Difesa, a seguito del cambiamento istituzionale dello Stato Italiano. 3)

Con successivo D.P.R. 19 gennaio 1977, lo stemma subirà altre modifiche e porterà la seguente descrizione araldica: “Lo stemma concesso all'Arma dei Carabinieri con DPR 27 dicembre 1952 è così modificato: tagliato: nel primo d'azzurro alla branca di leone d'oro movente dal fianco destro dello scudo e stringente un serpente al naturale volto a sinistra; nel secondo di rosso alla quercia sradicata d'argento. Il tutto abbassato al capo d'oro partito da un palo d'azzurro. Lo scudo accollato a due carabine antiche e a quattro sciabole, tutte in decusse; le impugnature delle sciabole uscenti dallo scudo, sopra d'oro e sotto d'argento. Ornamenti esteriori: Sullo scudo il fregio dell'Arma dei carabinieri accompagnato dai nastri indicativi delle ricompense al valore di cui l'Arma ha titolo di fregiarsi. Sotto lo scudo, su lista con le estremità bifide troncate di rosso e d'azzurro, con alamari d'argento, il motto: NEI SECOLI FEDELE”. 4)

Lo stemma verrà nuovamente modificato nel 1987 per aggiornarlo alle direttive dallo Stato Maggiore Esercito contemplate nella circolare 121 del 9 febbraio 1987. 5)

Si riporta la relativa blasonatura tratta da: STATO MAGGIORE ESERCITO, Ufficio Storico, Elementi di Araldica di Amedeo CHIUSANO, Gaeta 1995: “a) Scudo: tagliato; nel primo d'azzurro alla branca di leone d'oro movente dal fianco destro dello scudo e stringente un serpente al naturale volto a sinistra; nel secondo di rosso alla quercia sradicata d'argento. Il tutto abbassato al capo d'oro. b) Corona Turrita. c) Ornamenti (1) Lista bifida: d'oro, svolazzante, collocata sotto la punta dello scudo, incurvata con la concavità rivolta verso l'alto, riportante il motto: “NEI SECOLI FEDELE”. (2) Onorificenza: accollata alla punta dello scudo con l'insegna pendente al centro del nastro con i colori della stessa. (3) Nastri rappresentativi delle ricompense al Valore: annodati nella parte centrale non visibile della corona turrita, scendenti svolazzanti in sbarra ed in banda dal punto predetto, passando dietro la parte superiore dello scudo”. 6)

Concludiamo, esprimendo la nostra intima gioia nel vedere, finalmente, la concessione all'Arma dei Carabinieri di uno stemma che recupera il patrimonio storico-araldico della “Benemerita”, rinnovando, infine, le nostre felicitazioni per la eccellente blasonatura. 7)

Immagini cerimonia a Chioggia

____________

1) Nel 1692 Vittorio Amedeo di Savoja concedeva, per la prima volta, uno stemma ad ogni suo reggimento. La prima legge in materia di araldica militare risale, invece, al 1917, in forza del R.D. 18 agosto 1917, n. 1391, che istituisce una onorificenza per premiare i reparti che combattevano contro l'impero austro-ungarico. Con il R.D. 24 marzo 1932, si sanzionava, invece, la forma definitiva dei “motti araldici” per i reggimenti e corpi dell'Esercito. Con circolare del Ministero della Guerra del 20 maggio 1932 veniva attribuito all'Arma dei Carabinieri il motto “Nei secoli fedele”.

2) Il successivo 4 di luglio 1939, con circolare del Ministero della Guerra n. 55619, si fornivano istruzioni per le domande relative alla concessione dello stemma per i reggimenti; con altra circolare del 7 di ottobre 1939, la n. 92060, si ribadiva, invece, la forma “sannitica” dello scudo.

3) Con l'avvento della Repubblica, con circolare n. 523 del 22 di novembre 1948, si ripristinava la concessione di stemmi e motti araldici per i corpi dell'Esercito, sospesa nel 1942, perdurando lo stato di guerra. Con successiva circolare n. 210 del 13 di febbraio 1950, si chiarivano, invece, le norme e le caratteristiche degli stemmi dell'Esercito. Con nota n. 548, in data 1 di luglio 1952, il Ministero della Difesa sanzionava la granata fiammeggiante che doveva sormontare il nuovo scudo.

4) Su proposta del Comando Generale dell'Arma, il Ministero della Difesa, con nota n. 741 del 25 di giugno 1976, abrogò la granata fiammeggiante, istituendone una nuova, in tutto simile alla prima, ma caricata con le cifre d'onore R.I. Per la blasonatura dell'arme era meglio dire: ...serpente ondeggiante in palo con la testa rivolta...al posto di ... serpente al naturale volto a sinistra...; invece che al naturale si poteva scegliere lo “smalto” consueto per i serpenti, cioè il di verde; il tutto abbassato al capo d'oro ci sembra espressione infelice; giovava dire: ...al capo d'oro caricato dal palo d'azzurro ovvero il tutto sotto il capo d'oro caricato dal palo d'azzurro.

5) Lo Stato Maggiore Esercito, con circolare n. 121 del 9 di febbraio 1987, pubblicata nel Giornale Ufficiale del 14 febbraio 1987, disponeva, nel quadro di un riordino generale dell'araldica militare, sollecitato dalla Presidenza della Repubblica, che tutti i Corpi ed Enti militari che hanno diritto a fregiarsi di uno stemma, ne rivedano il disegno, secondo le seguenti direttive:

“1. - Corpi ed Enti dell'Esercito che hanno diritto a fregiarsi di uno stemma sono tutti quelli ai quali è stata concessa la Bandiera.

2. - Nel loro complesso e nei loro particolari costitutivi, gli stemmi dovranno porre in giusta evidenza i fattori storici che hanno nobilitato il Corpo o l'Ente.

3. - Lo stemma sarà composto di tre parti: scudo, corona turrita, ornamenti. a. scudo: sarà appuntato ( forma detta sannitica). Le sue armi potranno essere formate da tutte le figure (araldiche, naturali ed ideali); per la loro blasonatura ci si dovrà basare principalmente sulle origini, sulle tradizioni, sui legami territoriali e sulle più salienti glorie militari e di fatti d'arme che hanno comportato la concessione di decorazioni al Valore Militare o glorie di eventuale altra natura dei Corpi. Il capo onorevole d'oro, unico e non soggetto a partizioni, blasonerà le Medaglie d'Oro al Valore Militare conseguite. b. corona turrita: sarà formata da un cerchio, rosso all'interno, con due cordonate a muro sui margini, sostenente otto torri (cinque visibili). Le torri hanno foggia rettangolare e dieci merli alla guelfa (quattro dei quali angolari), sono munite di una porta e di una sola finestra e sono riunite da cortine di muro, ciascuna finestrata di uno. Il tutto è d'oro e murato di nero. Essa sormonterà lo scudo.

c. ornamenti: comprenderanno:

(1) Lista bifida: d'oro, svolazzante, collocata sotto la punta dello scudo, incurvata con la concavità rivolta verso l'alto, riportante il motto. I caratteri saranno maiuscoli lapidari romani, di nero. La lingua da usarsi può essere quella italiana o quella latina e solo eccezionalmente, per fondati motivi tradizionali, sarà consentito l'uso di una lingua straniera o di un dialetto.

(2) Onorificenze: saranno accollate alla punta dello scudo con l'insegna pendente al centro del nastro che avrà i colori della stessa. Non potranno essere accollate più di tre diverse onorificenze e non si dovrà dar luogo alla ripetizione della stessa onorificenza più volte conseguita.

(3) Nastri rappresentativi delle ricompense al Valore: annodati nella parte centrale non visibile della corona turrita, scendenti svolazzanti in sbarra ed in banda dal punto predetto, passando dietro la parte superiore dello scudo. Essi si ripartiranno alternativamente ai due lati dello scudo iniziando da destra. La loro larghezza sarà di 1/14 di quella dello scudo e non potranno scostarsi dai fianchi dello stesso di oltre la metà della sua larghezza. Essi saranno tanti quante le medaglie al Valore che fregiano la Bandiera fino ad un massimo di dieci (cinque per lato); qualora il numero complessivo delle decorazioni ecceda il suddetto limite, la stessa ricompensa più volte concessa sarà indicata - a partire da quella di minor prestigio - dal relativo numerico romano, d'oro, caricato sul corrispondente nastro nel senso della larghezza. Le raffigurazioni autorizzate sono - M.O.V.M.: azzurro bordato d'oro; - M.A.V.M.: azzurro bordato d'argento; - M.B.V.M.: azzurro; - Croce di Guerra: azzurro con due filetti centrali d'argento; - Medaglia al Valore dell'Esercito: azzurro con due filetti d'oro; - Medaglia al valor Civile: i tre colori nazionali.

(4) Sostegni e tenenti: se ne ammetterà l'impiego soltanto in via eccezionale allorché una particolare ricerca storica convalidi la necessità di tali ornamenti”. (Dispensa 7 - Circolare 121, N. 121 - ORDINAMENTO DELL'ESERCITO - Stemmi araldici - (Stato Maggiore dell'Esercito) - 9 febbraio 1987).

6) Per la blasonatura valgono, in parte, le considerazioni espresse nella nota 4).

7) Cfr.: G. Aldrighetti, Lo Stemma dell'Arma dei Carabinieri, “Nobiltà”, Rivista di araldica, genealogia, ordini cavallereschi, edita dall'Istituto Araldico Genealogico Italiano, n. 29, Milano, marzo-aprile 1999.

indietro  
Realizzazioni html a cura di C. R.
Per ritornare all'indice dell'Araldica, chiudi questa pagina