Araldica
di Giorgio Aldrighetti





    Per gli “smalti” del campo dello scudo ricordiamo, invece, che si distinguono in metalli, oro e argento, e in colori, rosso, nero, azzurro, verde e porpora.

Per completezza, vale la pena ricordare che gli araldisti aggiungono anche “il naturale”, quando le figure caricate nell'arme conservano il loro proprio colore. Il colore della carne del corpo umano però, più specificatamente, si blasona con “di carnagione”, mentre il cielo, con nuvole e prospettiva, come in un vero paesaggio, si descrive con “campo in cielo”. Gli araldisti inglesi e olandesi usano altresì i colori aranciato e cannellato, sanguigno e lionato.

I metalli ed i colori si chiamano, per la scienza araldica, “smalti” dall'usanza dei cavalieri di porre, nel medioevo, sopra i loro sorcotti le figure dei propri emblemi araldici in stagno battuto e smaltato di rosso, di verde, di nero, di turchino e di porpora. Da tale consuetudine di smaltare gli emblemi araldici in stagno derivò il termine araldico di smalto.

Ricordiamo, altresì, che il campo di uno scudo può anche essere ricoperto da due “pellicce”, che sono l'ermellino e il vajo. Gli araldisti chiamano tali pelli “anfibie”, in quanto è permesso, senza alterare le regole del blasone, porre dei metalli o dei colori sopra le medesime. Infatti, una delle regole araldiche più note recita che “non si deve mai porre metallo su metallo o colore su colore”; se ciò si riscontra, lo scudo prende il nome di “stemma d'inchiesta”, dovendosi appurare il motivo.

Altra regola fondamentale riguarda la posizione degli animali che devono sempre essere volti alla loro destra, cioè a sinistra per chi osserva l'animale caricato nello scudo. Gli araldisti fanno derivare tale positura dalla tradizione delle giostre e dei tornei cavallereschi, nei quali il cavaliere avanzava tenendo nella destra la lancia e nella sinistra lo scudo e quindi l'eventuale animale rappresentatovi doveva sembrare anch'esso incedere, volto nella stessa direzione del cavallo e cavaliere, senza notare che il caricare gli animali e le altre figure araldiche alla loro destra, nella simbologia, richiama al dettato della “destra evangelica”.

I “metalli”, di oro e d'argento, rappresentano e ricordano le antiche armature dei cavalieri che, secondo il rispettivo grado di nobiltà, erano appunto dorate o argentate; i colori raffigurano, invece, anche gloriosi ricordi delle Crociate, come il “di verde” (sinople), che ricorda la città di Sinope, la cui vista colpì grandemente i nostri crociati per la bellezza e la magnificenza dei numerosi e rigogliosi alberi che la circondavano, ricoperti di fittissime foglie di smagliante color smeraldo; il “di nero” (sable), che prese il nome da certi piccoli animali (sabellina pellis) che comparivano nei dintorni dei Luoghi Santi, il “d'azzurro”, che ricordava il mare attraversato per portarsi in Terra Santa o il “di rosso”, considerato da molti araldisti, il primo fra i colori dell'arme, perché rappresentava il sangue vivo versato. Le “pellicce” d'ermellino e di vajo ricordano, invece, le fodere in pelle delle vesti dei personaggi più eminenti e nobili.

L'ermellino, piccolo mammifero carnivoro, della famiglia delle mustelidi, simile alla donnola, che vive nelle regioni fredde dell'Europa e dell'Asia, trae il nome dalla regione dell'Armenia, per la iniziale provenienza di questa pelle. Nell'araldica italiana l'ermellino, in scudo, è assai raro trovarlo. Simboleggia l'incorruttibilità e la purezza, essendo tale animaletto, di pelliccia bianca, molto pulito.

L'ermellino, araldicamente, si rappresenta con un campo bianco sul quale sono seminate le code di questo animale, simili a crocette di nero, che si chiamano “moscature”.

Il vajo, piccolo scoiattolo siberiano, che si usa, anch'esso, molto raramente nell'araldica italiana, simboleggia nobiltà e dignità insigne.

Il vajo, araldicamente, viene rappresentato da quattro fila di pezzi d'argento a forma di campanelle rovesciate sopra un campo d'azzurro.

Addentrandoci più specificatamente nel simbolismo araldico degli “smalti”, ricordiamo che fra i “metalli”, l'oro rappresenta la Fede fra le virtù, il sole fra i pianeti, il leone nei segni zodiacali, luglio fra i mesi, la domenica fra i giorni della settimana, il topazio fra le pietre preziose, l'adolescenza sino ai vent'anni fra le età dell'uomo, il girasole fra i fiori, il sette fra i numeri e se stesso fra i metalli; l'argento rappresenta la Speranza fra le virtù, la luna fra i pianeti, il cancro nei segni zodiacali, giugno fra i mesi, il lunedì fra i giorni della settimana, la perla fra le pietre preziose, l'acqua fra gli elementi, l'infanzia sino a sette anni fra le età dell'uomo, il flemmatico fra i temperamenti, il giglio fra i fiori, il due fra i numeri e se stesso fra i metalli.

Fra i “colori”, invece, il rosso rappresenta la Carità fra le virtù, marte fra i pianeti, l'ariete e lo scorpione nei segni zodiacali, marzo e ottobre fra i mesi, il mercoledì fra i giorni della settimana, il rubino fra le pietre preziose, il fuoco fra gli elementi, l'autunno fra le stagioni, la virilità sino a cinquant'anni fra le età dell'uomo, il sanguigno fra i temperamenti, il garofano fra i fiori, il tre fra i numeri e il rame fra i metalli; l'azzurro rappresenta la Giustizia fra le virtù, giove fra i pianeti, il toro e la bilancia nei segni zodiacali, aprile e settembre fra i mesi, il martedì fra i giorni della settimana, lo zaffiro fra le pietre preziose, l'aria fra gli elementi, l'estate fra le stagioni, la fanciullezza sino ai quindici anni fra le età dell'uomo, il collerico fra i temperamenti, la rosa fra i fiori, il sei fra i numeri e lo stagno fra i metalli.

Passando al nero, ricordiamo che esso rappresenta la Prudenza fra le virtù, saturno fra i pianeti, il capricorno e l'acquario nei segni zodiacali, dicembre e gennaio fra i mesi, il venerdì fra i giorni della settimana, il diamante fra le pietre preziose, la terra fra gli elementi, l'inverno fra le stagioni, la decrepitezza sino alla morte fra le età dell'uomo, il melanconico fra i temperamenti, l'uno fra i numeri e il ferro fra i metalli; il verde rappresenta, invece, la Fortezza fra le virtù, venere fra i pianeti, i gemelli e la vergine nei segni zodiacali, maggio e agosto fra i mesi, il giovedì fra i giorni della settimana, lo smeraldo fra le pietre preziose, la primavera fra le stagioni, la giovinezza sino ai trent'anni fra le età dell'uomo, ogni pianta verde fra i fiori, il cinque fra i numeri e il piombo fra i metalli ed infine il porpora, che in araldica si dipinge con il viola, rappresenta la Temperanza fra le virtù, mercurio fra i pianeti, il sagittario e i pesci nei segni zodiacali, novembre e febbraio fra i mesi, il sabato fra i giorni della settimana, l'ametista fra le pietre preziose, la vecchiaia sino a settant'anni fra le età dell'uomo, l'iris fra i fiori, il quattro fra i numeri e l'argento vivo fra i metalli.

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