Araldica Ecclesiastica
di Giorgio Aldrighetti





La croce astile

La croce che figura in palo dietro allo scudo ecclesiastico, ricorda la croce astile che anticamente precedeva il papa, i legati pontifici, i patriarchi e gli arcivescovi. Sembra che la croce astile, ad una sola traversa, venisse immediatamente prima della persona del Sommo Pontefice, già dal V secolo; nel tempo la troviamo anche in uso presso i legati pontifici, in quanto rappresentanti del romano Pontefice. Nel 1215 il papa Innocenzo III conferì il privilegio di farsi precedere dalla croce astile, anche ai patriarchi, ma non quando fosse presente il papa o un suo legato; Clemente V (1305-1314) estese tale prerogativa anche agli arcivescovi. Tale croce non è da confondersi, quindi, con quella che tradizionalmente apre le processioni, né tantomeno con la croce pettorale.

I patriarchi e gli arcivescovi, per primi, usarono accollare la croce, ad una traversa, chiamata croce semplice o del Calvario, dietro il loro scudo; dal XV secolo si iniziano a vedere negli scudi patriarcali, accollate, delle croci a due traverse, volendo così ricordare, come annotano alcuni studiosi, con la traversa superiore, il cartello con l'iscrizione posto da Ponzio Pilato, alla sommità della croce di Nostro Signore, venendo così chiamata croce patriarcale.

Dal XVII secolo la croce doppia la si trova in uso anche negli scudi dei primati e nel tempo anche in quello degli arcivescovi.

I vescovi, invece, non ottennero mai l'autorizzazione di farsi precedere dalla croce astile, ma, nel tempo, posero la croce semplice, o ad una sola traversa, come ornamento araldico, accollata dietro il loro scudo.

Di conseguenza, le croci astili, generalmente trifogliate, ad una o due traverse, secondo il grado della dignità ecclesiastica, figurano accollate in palo, dietro allo scudo prelatizio.

L'Enciclopedia cattolica, parlando della croce trifogliata descrive che viene accollata in palo, nel centro, dietro lo stemma del cardinale legato e dei vescovi ed ordinari; invece è a due bracci, per il patriarca e l'arcivescovo.

Piero Guelfi Camajani, descrivendo tale ornamento araldico, annota che la croce a due bracci orizzontali è per i patriarchi e i primati; la semplice, o del calvario, è per i cardinali e la tripla, che è sorretta con una mano da due angioli posti ai lati dello scudo, mentre con l'altra sostengono la tiara, appartiene al papa, ma Giacomo Bascapè e Marcello Del Piazzo 10) affermano che la croce triplice apparve solo talvolta nelle armi papali.

La croce astile, invece, non è mai comparsa, come ornamento araldico, nell'arme dei Sommi Pontefici, anche se qualche volta la si è notata in qualche antica raffigurazione, ma, come giustamente afferma Bruno Bernard Heim, unicamente come effetto dell'ignoranza degli artisti, dal momento che essa non è mai stata né insegna né emblema papale.

indietro    avanti - 17ª pagina su 23
Realizzazioni html a cura di C. R.
Per ritornare all'indice dell'Araldica, chiudi questa pagina