Araldica Ecclesiastica
di Giorgio Aldrighetti





Il pallio

Il pallio è l'insegna liturgica d'onore e di giurisdizione del Sommo Pontefice in quanto rivestito di supremo potere e piena giurisdizione; indica la sua missione di pastore e di guida dei vescovi e dei fedeli. Dal VI secolo, invece, inizia l'imposizione del pallio anche ai metropoliti, per indicare un particolare grado di partecipazione ai poteri del Sommo Pontefice.

Per alcuni autori il pallio deriverebbe dalla toga romana, per altri dal greco omophorion, ornamento, questi, usato dalla Chiesa orientale, che consisteva in un mantello che veniva portato sopra le altre vesti e, nel tempo, invece, ripiegato. Dal VI secolo assume la forma di sciarpa portata intorno alle spalle, con le due parti pendenti dalla spalla sinistra; dal IX secolo i due capi cominciano a pendere fino al ginocchio e vengono fermati con due spille, nel mezzo del petto e del dorso, mentre una terza spilla serviva a fissare il pallio sulla spalla sinistra. Dal XV secolo i capi pendenti, però, vengono accorciati sino alla forma attuale, che risale al XVII secolo.

Il pallio, attualmente, si compone di un nastro di lana bianca, largo circa sei centimetri, caricato da sei croci di seta nera, portato intorno al collo, con i due lembi pendenti frangiati di nero, l'uno sul petto, l'altro sul dorso ed ornato da tre spille gemmate sul petto, sul dorso e sulla spalla sinistra.

Viene confezionato con la lana dei due agnelli bianchi, benedetti il 21 gennaio nella basilica di Sant'Agnese, in Roma. Nella basilica vaticana, invece, i palii vengono benedetti dal Sommo Pontefice, nel corso dei solenni vesperi dei Santi Pietro e Paolo apostoli e conservati, poi, in una cassetta dorata presso la tomba di San Pietro; all'indomani, nella solennità dei Santi Pietro e Paolo, il papa, come da antica tradizione, li consegna ai nuovi arcivescovi metropoliti. Nei tempi passati, a Roma, l'imposizione del pallio veniva fatta dal cardinale primo diacono, oppure nella sede metropolitana, da parte di un vescovo delegato.

Il pallio viene portato sempre dal Sommo Pontefice sopra i paramenti liturgici, mentre gli arcivescovi metropoliti lo portano solo nelle Messe pontificali nelle chiese della loro diocesi e provincia ecclesiastica, nei giorni previsti dal Pontificale Romanum, oltre che nel corso delle ordinazioni sacerdotali e consacrazioni episcopali.

E' da precisare che l'arcivescovo metropolita deve chiedere la concessione del pallio al Sommo Pontefice; tale usanza, chiamata postulazione del pallio, è documentata, a partire dal IX secolo. Il pallio, poi, non può essere prestato, donato o ceduto per testamento, ma, alla morte dell'arcivescovo metropolita, deve essere sepolto con il suo possessore; quanto sopra in forza dei canoni 276, 277 e 278 del codice di diritto canonico del 1917.

Il pallio, araldicamente, si rappresenta d'argento, a forma di pergola araldica, caricato dalle tre crocette di nero e scende, ai lati della croce, dal bordo superiore dello scudo, come insegna di giurisdizione metropolitana; per altri araldisti, invece, la collocazione migliore sarebbe all'interno dello scudo, divenendo così, però, figura araldica e non ornamento esteriore; per altri, infine, il pallio andrebbe collocato sotto la punta dello scudo, allo stesso modo delle insegne di ordini cavallereschi.

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