Araldica Ecclesiastica
di Giorgio Aldrighetti





Il cappello

In araldica il cappello ecclesiastico è l'ornamento esteriore maggiormente usato per indicare il grado di dignità, timbrando i prelati il proprio scudo con il cappello che sta in luogo dell'elmo.

Il Moroni, 4) parlando dei cappelli prelatizi, afferma che nel 1245, nel corso del Concilio di Lione, il papa Innocenzo IV (1243-1254) concesse ai cardinali un cappello di rosso, quale particolare distintivo d'onore e di riconoscimento tra gli altri prelati, da usarsi nelle cavalcate in città. Lo prescrisse di rosso per ammonirli ad essere sempre pronti a spargere il proprio sangue per difendere la libertà della Chiesa e del popolo cristiano. Ed è per questo motivo che dal XIV secolo i cardinali timbrano il loro scudo con un cappello di rosso, ornato di cordoni e di nappe dello stesso colore.

Blasoniamo, di conseguenza, l'arme di Sua Eminenza Reverendissima il signor cardinale Marco Cè, patriarca emerito di Venezia, che porta il cappello cardinalizio di rosso e carica, nello scudo, il capo patriarcale di Venezia:

“D'azzurro a due stelle d'oro (6), poste in fascia, accompagnate in punta da un giglio dello stesso; al capo patriarcale di Venezia: d'argento al leone passante, alato e nimbato, tenente con la zampa anteriore destra il libro aperto recante le parole nella prima facciata, in quattro righe, PAX TIBI MARCE, nella seconda facciata, similmente in quattro righe, EVANGELISTA MEUS, il tutto al naturale, con la scritta in lettere maiuscole romane di nero. Lo scudo, accollato ad una croce astile patriarcale d'oro, trifogliata, posta in palo, è timbrato da un cappello con cordoni e nappe di rosso. Le nappe, in numero di trenta, sono disposte quindici per parte, in cinque ordini di 1, 2, 3, 4, 5”.

Sempre il Moroni aggiunge che i cappelli cardinalizi erano di quattro tipi: il primo, appena ricordato, si chiamava galero o cappello pontificale, perché accordato dal Sommo Pontefice; era di panno di rosso, con una tesa molto larga e trapassata da due cordoni che terminavano con due fiocchi che, agli inizi, venivano annodati sotto il mento, oltre ai due fiocchi laterali che sporgevano dalla tesa o cupolino; il secondo, chiamato cappellone o parasole, era di seta cremisi, con due fiocchi laterali al cupolino ed un altro all'estremità dei due cordoni, ma non si portava nel capo, bensì veniva sostenuto dal maestro di camera del cardinale, per riparare dal sole il porporato, nelle processioni di canonizzazione ed in altre solenni liturgie; il terzo, chiamato cappello rosso piccolo o usuale di feltro, è della forma di quello degli ecclesiastici, venendo sostenute le tre ali da cordoncini d'oro, ed infine il quarto, chiamato cappello nero, di feltro, della forma di quello degli altri ecclesiastici, con la sola distinzione di una fettuccia rossa con ricami in oro, attorno al cupolino, e usato dai cardinali quando portavano la talare nera.

Il galero, che nel tempo aveva perso la primitiva forma, risultava assai piatto e veniva consegnato al neoeletto cardinale dal Sommo Pontefice, nel corso del concistoro pubblico. Veniva, però, in pratica usato solo durante il funerale del porporato e dopo appeso presso la tomba. In araldica il cappello di rosso che timbra lo scudo cardinalizio appare agli inizi del XIV secolo, come si può osservare nella cattedrale di Siena, nella tomba del cardinale Petroni, deceduto nel 1313. L'uso divenne comune nel XV secolo, con la graduale scomparsa della mitra nello stemma dei cardinali.

I fiocchi non erano definiti; così, nel tempo, si possono osservare cappelli cardinalizi con uno, tre, quattro o sei fiocchi per lato, al termine dei cordoni. Il numero dei fiocchi diviene, d'uso comune, disposto in quindici per parte, in cinque ordini, di 1, 2, 3, 4 e 5, sotto il pontificato di Pio VI (1775-1779) e confermato nel 1832, con il Decreto della S. Congregazione Cerimoniale del 9 febbraio, dove si recita che si mantenga il numero dei fiocchi, da collocarsi per ciascuno dei due fianchi dello stemma degli eminentissimi padri cardinali, portato a quindici da non molti anni, e sia a tutti proibito qualunque numero ad esso superiore.

Con la Costituzione apostolica Militantis Ecclesiae regimini del 19 dicembre 1644 Innocenzo X ordinò, invece, a tutti i Cardinali di S. R. C., allo scopo di costruire l'unità e l'eguaglianza del sacro collegio, di rimuovere dai loro sigilli e da qualsiasi loro insegna, comunemente chiamata stemma, le corone, i segni e tutti gli attributi di origine secolare, ad eccezione di quelle che sono all'interno dello scudo dell'arme della loro famiglia come parte essenziale e integra dello stemma stesso, restando insigniti e decorati del solo cappello rosso, risplendente del colore medesimo del sangue prezioso di Cristo. Il galero o cappello cardinalizio venne abolito da Paolo VI.

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