Gli Ordini Cavallereschi

di Giorgio Aldrighetti




Collegio dei Procuratori dei
Palazzi Apostolici

    Remotissima è l'origine dei Procuratori dei Palazzi Apostolici. La prima menzione certa è dell'anno 1130, sotto il Pontificato di Innocenzo II. Compito dei Procuratori era la difesa delle cause coram Sanctissimo e la difesa gratuita dei poveri. Da Benedetto XII furono riuniti, contemporaneamente agli Avvocati Concistoriali, in due distinti Collegi. Il Sommo Pontefice Martino V fissò i requisiti necessari per la nomina a Procuratore di Collegio, e dei Procuratori fece menzione il Sommo Pontefice Leone X nel paragrafo 29 della Costituzione Post pastoralis officii del 13 dicembre 1513.

I Romani Pontefici furono con il Collegio sempre più larghi di privilegi. Così i Procuratori dal Santo Padre Paolo III ebbero posto in Cappella e nelle altre funzioni papali subito dopo gli Avvocati Concistoriali (Motu Proprio del 10 settembre 1548).

Richiamato il Collegio a nuova vita da San Pio X e Benedetto XV, Pio XI abrogò quatenus opus sit il privilegio della iscrizione nel Collegio di candidati non provvisti del titolo di Avvocato Rotale e confermò ai Procuratori dei Palazzi Apostolici il diritto di patrocinare le cause presso la Sacra Romana Rota.

Con il Motu Proprio Iusti Iudicis del 28 giugno 1988, le funzioni spettanti ai Procuratori dei Sacri Palazzi Apostolici sono state trasferite agli Avvocati della Santa Sede, fermi restando i diritti e i privilegi dei Procuratori attualmente in carica.

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