di Giorgio Aldrighetti





STEMMA DELLE OPERE PIE
D' ONIGO DI PEDEROBBA (Treviso)




Gli emblemi araldici
delle Opere Pie conti d'Onigo
Pederobba (Treviso)

    La Fondazione Opere Pie d'Onigo, con sede in Pederobba (Treviso), ha voluto definire ufficialmente lo stemma ed il gonfalone dell'Ente.

Per quanto sopra, su consiglio della Soprintendenza Archivistica per il Veneto, Venezia, l'Istituto Opere Pie d'Onigo ha affidato l'incarico per l'istruttoria storico-araldica all'araldista Giorgio Aldrighetti, con Delibera del Consiglio di Amministrazione n. 317 del 14 novembre 1997. Lo stesso Ente, con Delibera del Consiglio n. 367 del 30 dicembre 1997, approvava l'analisi storico-araldica per il riconoscimento, che, di seguito, si riporta: ANALISI STORICA “ONIGO di Treviso. Originaria della Germania e venuta in Italia al seguito di quegl'imperatori, si stabilì in Treviso, al cui Consiglio nobile venne aggregata nel 1460.

Capostipite certo di questa famiglia fu Gualperto da Cavasio capitano dei Trevigiani, il quale nel 1197 mosse contro il vescovo di Belluno, e datagli battaglia nella pianura di Cesena (in realtà Cesana) lo sconfisse e lo fece prigioniero, ma egli vi perdé da prode la vita.

La di lui vedova Lovica Capilupi comprò dappoi nel Trevigiano i castelli di Onigo e di Rovigo, ed il figliuolo Gualpertino ed i suoi discendenti furono detti non più da Cavasio, ma da Onigo. A Giovanni figlio di Gualpertino fu tolto il castello di Onigo da Eccelino da Romano il quale ve lo tenne per molti anni carcerato; ma liberato lo ricuperò e trasmise a' suoi discendenti. Da tempo remoto era insignita del titolo di conte, che fu riconosciuto dalla Repubblica Veneta con ducale 12 Febbraio 1795.Ha posseduto a titolo di feudo i monti di Fosserenga e di Miesna nella valle di Primiero in Tirolo in forza di investitura ottenuta dall'Imperatore Francesco il 9 Ottobre 1792; e fu confermata nobile con sovrana risoluzione 6 Maggio 1821.” 1) “ONIGO Nobili. Domiciliati in Treviso.

L'autore di questa illustre Famiglia, originaria dalla Germania, venne in Italia militando sotto i vessilli degl'Imperatori. Si stabilirono i discendenti in Treviso, dove si riscontrano aggregati a quel nobile Consiglio sin dal 1460. Da tempo remoto questa Famiglia era insignita del titolo di Conte, di cui non si conosce la procedenza, ma si crede per concessione degl'Imperatori; comunque sia questo titolo fu riconosciuto dalla Repubblica Veneta con Ducale 12 febbraio 1795.

Possiede inoltre la medesima, a titolo di Feudo, i monti di Fosserenga e di Miesna nella Valle di Primiero in forza di Investitura ottenuta da S.M. l'Imperatore Francesco il dì 9 ottobre 1792. Fu confermata nobile con Sovrana Risoluzione 6 maggio 1821.

Girolamo del fu conte Guglielmo e della .... cavaliere della Corona di Ferro, fu Prefetto in Belluno e Vice Delegato in Treviso, nato......vedovo della nobil sig. Fortunata Cazzaiti. Figlio Guglielmo Elia Marco, nato il 10 agosto 1808”. 2) “ I Conti Onigo La famiglia degli Onigo sarebbe di origine longobarda come illustra il grande albero genealogico del sec. XVIII conservato presso la sede delle Opere Pie. In quel periodo si chiamava però Da Cavaso.

In seguito a spartizioni ereditarie, un ramo si trasferisce a Onigo alla fine del sec. XII con Gualpertino e la vedova Ludovica Capilupi.

A poco a poco la famiglia assume la nuova la nuova denominazione da Onigo. Questa grande casata ebbe numerosi personaggi di rilievo in tutti i settori della storia trevigiana.

Il loro patrimonio raggiunse la considerevole estensione di oltre quattro mila campi trevigiani ( 2081 ha) frutto di una sapiente gestione ed anche di una avveduta capacità di imparentamenti tra le famiglie più ricche di Treviso e del Veneto.

I loro beni erano posti in tutto il trevigiano, ma non mancavano puntate anche fuori provincia. Il titolo di nobiltà è antico, già riconosciuto nel sec. XIV, quando gli Onigo erano tra i pochi cittadini nobili di Treviso a non dover rispettare l'obbligo di vivere stabilmente in città.

Guglielmo e Gerarduccio da Onigo sono in questo secolo personaggi vivaci che collaborano con Guecello Tempesta al colpo di stato dell'epifania del 1327 e sono con i conti di Collalto e i da Camino a ribellarsi a Venezia nel 1356, Venezia prima li vorrebbe castigare, ma poi per il trattato con Ludovico re d'Ungheria, li perdona.

Altri personaggi sono legati all'epoca di Caterina Cornaro, regina di Cipro e signora di Asolo (1489-1509) con Alberto da Onigo suo luogotenente in Asolo e con Agostino d'Onigo senatore di Roma.

Tra quelli più vicini a noi sono Girolamo da Onigo che fu prefetto a Belluno durante l'epoca napoleonica e poi viceprefetto a Treviso. A lui si deve la costruzione della strada pedemontana del Molinetto Pederobba - Bassano. Suo figlio Guglielmo è stato un noto patriota del risorgimento trevigiano. Teodolinda, succedendo nell'eredità al padre Guglielmo, conclude la grande dinastia della famiglia con la tragica morte nel 1903”. 3) “ Il 10 agosto 1808 nasce il conte Guglielmo di Gerolamo Onigo.

Il 20 ottobre nasce a Yverdun nel cantone di Vaud in Svizzera Catherine Jaquillard, di confessione valdese. E' ventenne in casa Onigo, ove presta servizio.

Il 28 settembre 1840 il Palazzo Onigo di Pederobba passa al conte Guglielmo Onigo. Il 5 dicembre 1842, in casa Onigo, nasce a Catherine Jaquillard una bambina alla quale vengono posti i nomi di Zenobia Teodolinda Costanza. Qualche anno dopo viene adottata dal conte Guglielmo Onigo assumendo il cognome Jaquillard Onigo.

Nel 1872 muore il conte Guglielmo Onigo. La figlia Teodolinda gli fa erigere il tempietto a protezione di una croce in marmo ove era incisa: La figlia Teodolinda alla santa memoria di Guglielmo Onigo.

Accanto, successivamente, vi sarà una corona bronzea con la dicitura: I Pederobbesi al Co. Guglielmo Onigo. 1895.

L'11 marzo 1903 viene uccisa a Treviso la contessa Teodolinda, ultima erede e figlia naturale e adottiva del conte Guglielmo d'Onigo. La madre di Teodolinda, madame Caterina Jaquillard, coadiuvata dal cav. Giuseppe Sabbione, dispone che la eredità degli Onigo sia costituita in Fondazione Opere Pie d'Onigo di Pederobba avente come fulcro l'ospedale e gli asili.

Il 14 luglio 1904 viene rogato il primo testamento di Caterina Jaquillard; il secondo sarà il 9 aprile 1907. Nel mese di novembre avviene la posa della prima pietra e l'inizio dei lavori dell'ospedale di Pederobba, intitolato ai Conti Guglielmo e Teodolinda d'Onigo. Progettista è Augusto Zardo di Crespano.

Nel 1905 apertura dell'asilo di Onigo con lavori di adattamento conclusi qualche anno dopo. Il 27 novembre 1907 muore madame Jaquillard . Nasce l'ente Fondazione Opere Pie d'Onigo in Pederobba. esecutore testamentario e presidente a vita è il prof. cav. Giuseppe Sabbione, nato a Torino nel 1845, anima e conduttore dei primi anni della Fondazione. Suo collaboratore più stretto sarà Ainardo Vercellino, nato a Santena nel 1879, fattore in casa Onigo dal 1902. L'eredità comprende oltre 500 ettari di terreni, di case ed un sostanzioso valore di beni mobili e denaro. L'esecutore testamentario si assume l'obbligo morale di completare l'ospedale e l'asilo.

Il 22 agosto 1908 viene approvato lo statuto dell'ente che contiene tutte le volontà testamentarie ad esclusione della presidenza a vita di Ainardo Vercellino in successione di Sabbione.

Il 1 luglio 1909 il re Vittorio Emanuele III promulga il decreto di istituzione delle Opere Pie d'Onigo in Pederobba 4) che ai primi tre articoli così recita:

“art. 1 E' eretta in Pederobba (provincia di Treviso) l'istituzione col titolo: Opere Pie d'Onigo ,fondata da Madama Catterina Jaquillard fu Francesco nata ad Yverdon (Svizzera) il 20 ottobre 1820 e deceduta in Pederobba il 27 novembre 1907, con i suoi due testamenti in data 14 luglio 1904 e 9 aprile 1907, atti dottor Chiavacci Roberto notaio in Crespano Veneto, collo scopo di perpetuare nella beneficenza, onorata memoria dell'antica e nobile Casa dei Conti d'Onigo.

art. 2 Le Opere Pie d'Onigo sono costituite da un Ospitale intitolato Guglielmo e Teodolinda d'Onigo e da un Asilo Infantile col nome della munifica Testatrice Catterina Jaquillard. art. 3 Le Opere Pie d'Onigo provvedono al loro scopo con le rendite patrimoniali, con le rette pagate per malati ricoverati non gratuitamente, e con gli altri proventi non destinati ad aumentarne il patrimonio”.

Il 2 settembre 1909 si tiene la prima riunione del Consiglio d'amministrazione delle Opere Pie d'Onigo. L'ente gestisce l'ospedale in costruzione, l'asilo a Onigo e il patrimonio fondiario. Il 1 gennaio 1910 viene inaugurato ufficialmente l'ospedale di Pederobba. Iniziano il loro servizio le suore provenienti dal Cottolengo di Torino.

Nel 1911 l'istituzione degli asili di Pederobba e Covolo, che saranno aperti nel 1914 sempre gestiti dalla stessa congregazione di suore.

Nel 1912 si porta a compimento la costruzione del lazzaretto per malattie infettive a circa 300 metri dall'ospedale. A fine anno, è introdotta l'illuminazione elettrica nell'ospedale, sebbene i costi siano più elevati rispetto al metodo più usato.

Nel 1917, dopo la rotta di Caporetto, l'ospedale viene abbandonato perché zona di guerra: resterà inattivo per cinque anni. Trasferita anche la direzione delle Opere Pie a Montechiaro d'Asti, nella villa del presidente.

Nel 1919 viene reinsediato il Consiglio di amministrazione che deve prendere atto della situazione di grave disagio e della levatissima spesa da sostenersi per i danni di guerra. Il 27 febbraio 1922 riaprono ufficialmente l'ospedale e gli asili di Covolo, Onigo e Pederobba. Nello stesso anno si decide di stipulare un accordo per il ricovero dei tubercolosi di guerra che occuperanno due saloni sino al 31 dicembre 1925.

Nel 17 dicembre 1925 muore a Montechiaro d'Asti, nella sua villa, il presidente cav. Giuseppe Sabbione, esecutore testamentario e primo presidente delle Opere Pie. Tre giorni prima della sua morte il Consiglio d'Amministrazione delle Opere Pie, presieduto da Ernesto Dartora, delibera di realizzare un desiderio espresso in consiglio dal Presidente Sabbione fin dal 1913. Secondo accordi, il 31 dicembre viene chiusa la sezione sanatoriale (oggi poliambulatorio): I due saloni saranno occupati dal reparto vecchi e cronici, maschile e femminile, che avrà come denominazione ufficiale da subito di Ricovero Giuseppe Sabbione. Gli anziani trovano alloggio nell'ospedale per oltre 40 anni; lo lasciano prima del 1969 per essere trasferiti nell'ex asilo di Pederobba.

Il 25 agosto 1927, il Consiglio d'amministrazione delle Opere Pie, a sensi del R.D. 20 marzo 1924, n. 442, e alla lettera della Prefettura di Treviso del 20 agosto dello stesso anno, delibera di assumere lo stemma dei conti Onigo.

Infatti: considerato che le Opere Pie d'Onigo sono successe nel nome e negli averi della nobile famiglia conti d'Onigo e che tale famiglia è ora spenta, non essendovi alcun discendente che tale nome conservi. Che la madama Jaquillard, fondatrice delle Opere Pie d'Onigo, ha inteso far rivivere la famiglia dei conti Onigo nella beneficenza da esplicarsi attraverso l'Ente Opere Pie d'Onigo, eretto in ente morale con regio decreto 12 luglio 1909. Ad unanimità delibera di richiamare alla eccellentissima Consulta Araldica il riconoscimento dello stemma dei conti d'Onigo da adottarsi quale stemma delle Opere Pie d'Onigo...

La Prefettura di Treviso ha preso atto della delibera con lettera 2 settembre 1927, n. 717 Gabinetto.

(Ricerche esperite presso l'Ufficio Araldico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Roma, hanno permesso di appurare che, agli atti, non risultava nessuna decretazione reale o presidenziale di concessione dello stemma e del gonfalone alle Opere Pie d'Onigo, e quindi ...il richiamo alla eccellentissima Consulta araldica per il riconoscimento dello stemma, rimase solo un pio auspicio). Il 2 febbraio 1939 il Prefetto di Treviso dichiara di terza categoria l'ospedale di Pederobba. Nel 1946 avviene l'inaugurazione del padiglione Tbc che sarà chiuso nel 1963 e sostituito dal reparto di medicina.

Nel 1952 approvazione progetto del nuovo asilo di Onigo e costruzione di un nuovo padiglione dell'ospedale.

Nel 1956 il nuovo padiglione dell'ospedale, nato come reparto Tbc, viene invece destinato al ricovero degli anziani.

Nel 1958 il servizio sanitario dell'ospedale viene diviso in due primariati con i reparti di medicina e di chirurgia.

Nel 1965 il settore degli anziani viene trasferito dall'ospedale nell'edificio dell'ex asilo di Pederobba.

Nel 1970 l'ospedale viene costituito in ente staccato dalle Opere Pie d'Onigo, con proprio consiglio d'amministrazione, ma con uffici in comune con le stesse Opere Pie: in questa occasione vengono assegnati al nuovo ente le proprietà dell'ospedale, la villa dei conti Onigo (nota come agenzia), le case dei medici e oltre 10 ettari di terreno.

Nel 1972 si studia il progetto di costruire la nuova Casa di riposo, intitolata al cav. Giuseppe Sabbione vicino all'ex asilo: qui i posti disponibili sono 32 e nel nuovo edificio aumenteranno a 41.

Nel 1973 il nuovo ente ospedaliero programma l'ampliamento dell'ospedale: il 3 marzo si iniziano i lavori di costruzione di un nuovo plesso per un costo di mezzo miliardo; i lavori verranno sospesi nel 1976 e completati, verrà insediato un Centro Anziani che entrerà in funzione nel 1993.

Nel 1975 avverrà la fusione dell'ospedale di Pederobba con quello di Montebelluna. Nel 1978, in base alla legge 27 dicembre 1978, n. 833, Istituzione del servizio sanitario nazionale, nascono le USL e l'intera proprietà dell'ente ospedaliero dei conti Onigo di Pederobba passa per legge al comune di Pederobba con vincolo a favore dell'USL.

Nel 1984 l'USL n. 13 programma i lavori di riconversione della sede ospedaliera di Pederobba in centro di assistenza per anziani non autosufficienti. La riconversione viene affidata alle Opere Pie d'Onigo e codificata nella convenzione del 30 ottobre 1984. Il 1984 segna la fine dell'ospedale rimasto in vita per 74 anni e l'inizio del centro anziani.

Il 25 maggio 1987 viene emanato il decreto regionale n. 432 relativo alla riconversione dell'ospedale di Pederobba. Il 1 settembre viene attivato il secondo piano dell'ex ospedale con 43 posti letto che salgono così a 87.

Nel 1990 entra in funzione la fisiochinesiterapia ed il 30 agosto riprendono i lavori alla Casa di riposo Giuseppe Sabbione.

Nel 1991 viene istituito il servizio di rianimazione in Casa di riposo e Centro Anziani. Il 1 agosto 1993 entra in funzione il primo piano dell'ala nord del Centro Anziani con 26 posti letto.

Nel 1994, la Giunta Reg. le del Veneto approva il progetto di attivazione dei primi tre piani della cosiddetta piastra servizi e opere propedeutiche deliberando un finanziamento a fondo perduto di quattro miliardi ed il 12 ottobre iniziano i lavori di completamento della Casa di riposo.” 5)

“ Nel aprile 1996 si inaugura un condominio realizzato in luogo dell' ex asilo di Pederobba, con la disponibilità di 14 appartamenti. Otto mini-alloggi vengono destinati a persone in stato di necessità socio-assistenziale; nel luglio dello stesso anno avviene l'apertura di un centro servizi polivalente con l'offerta di servizi quali centro Diurno, Soggiorno temporaneo, pronta accoglienza, ricoveri di sollievo e un servizio residenziale per 21 anziani non autosufficienti. Nel maggio 1997 si apre un secondo nucleo di R.. S. A. per l'accoglienza di altri 26 anziani non autosufficienti e nel dicembre ha luogo l'apertura di un terzo nucleo riservato all'accoglienza di 26 disabili adulti”. 6)


ANALISI ARALDICA

D'azzurro al leone d'oro, con i previsti segni convenzionali indicanti gli smalti e timbrato da una corona a sette perle visibili e quindi baronale (invece il titolo nobiliare degli ONIGO era comitale), in uno stemma in pietra, sopra il portico d'accesso alla casa gentilizia in Pederobba, mentre all'interno del palazzo, nel fregio affrescato nella sala maggiore, due scudi triangolari d'azzurro al leone d'oro, 7) assieme agli scudi della città di Treviso e dei Savoja.

D'azzurro al leone d'argento, timbrato da corona baronale ornata da un'elmo con svolazzi, posto di fronte e da un leone nascente d'argento per cimiero, nella carta intestata delle Opere Pie d'Onigo - Pederobba ( Treviso). 8)

Partito di nero e di verde a due scaglioni dell'uno all'altro sotto la voce ONIGO, Partito: nel 1° ripartito di verde e di nero a due scaglioni dell'uno all'altro, nel 2° d'azzurro e Partito: nel 1° ripartito di nero e di verde a due scaglioni dell'uno all'altro, nel 2° d'azzurro al giglio di Firenze d'argento sotto la voce ONIGO-FARRA, e Partito di verde e d'azzurro a due scaglioni dell'uno all'altro sotto la voce D'ONIGO, nelle armi a tratteggio del Blasonario Veneto di Morando Di Custoza. 9)

Sempre per l'arma ONIGO avevamo consultato, pur in presenza di casato estinto, anche il Libro d'oro della Nobiltà Italiana, voll. XXI-XXII, Roma 1994, edito dal Collegio Araldico (Istituto Araldico Romano), l'Enciclopedia araldico-cavalleresca - Prontuario nobiliare del di Crollalanza, edito in Pisa nel 1878, l'Albo Nazionale Decreti e Provvedimenti di concessione e riconoscimento di gonfaloni, stemmi, predicati e titoli nobiliari a forze armate, città, enti, associazioni, edito a Milano nel 1973, l'Elenco Storico della Nobiltà Italiana, edito nel 1960 dal Sovrano Militare Ordine di Malta, ma senza reperire notizie sullo stemma ONIGO.

Nel Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti, del di Crollalanza, edito in Pisa nel 1886, per la casa ONIGO avevamo invece solo trovato notizie storiche sulla famiglia, riportate nella presente ricerca, mentre per lo stemma solo un: (?).

Riportando però il Morando Di Custoza per arma ONIGO un Partito di nero e di verde a due scaglioni dell'uno all'altro e per arma D'ONIGO un Partito di verde e d'azzurro a due scaglioni dell'uno all'altro, ci era sorto il dubbio che l'abitazione gentilizia ONIGO in Pederobba, ove sono presenti gli stemmi affrescati d'azzurro al leone d'oro e lo stemma in pietra timbrato da corona baronale d'azzurro al leone d'oro, attuale sede delle OO. PP. d'Onigo, potesse essere stata nel tempo acquistata dai conti ONIGO, mentre originariamente appartenere ad una famiglia baronale. Ma ricerche esperite assicurano, con certezza, che l'abitazione gentilizia in parola è stata originariamente costruita dai conti ONIGO e non acquistata in un secondo tempo.

Si è cercato quindi di estendere le ricerche in Treviso nella Biblioteca civica, già convento dei Padri Predicatori ( Domenicani) e nella seconda metà dell' 800 sede del Ginnasio-Liceo, dove abbiamo trovato al piano terra, salone d'ingresso, tra gli altri stemmi affrescati, per stemma ONIGO d'azzurro al leone d'oro , mentre nella Biblioteca abbiamo consultato:

- Il Mauro, Genealogie Trevigiane, sec. XVI 10) non trovando alcuna notizia per la casa ONIGO mentre per FARRA un troncato d'azzurro e d'oro al leone dell'uno nell'altro (miniatura a tratteggio).

- L'Amigoni, Conegliano ed il suo magnifico Consiglio, 1952 11) ove per ONIGO (d'), riporta: Nobile ed antica famiglia di Treviso. Ebbe la ascrizione al Consiglio il 31 marzo 1788. La famiglia compresa ancora nello Elenco austriaco del 1841 ebbe anche il titolo comitale. Si estinse in questo secolo con la uccisione da parte di un giardiniere dell'ultima Contessa. Stemma: Partito di verde e di nero a due scaglioni dell'uno all'altro.

- Il Lasinio, Stemmi dei Nobili e cittadini Trivigiani, 1713, 12) ove alla voce D'ONIGO riporta, miniato a colori, d'azzurro al leone d'oro, e per ONIGA partito di nero e di verde a due scaglioni dell'uno all'altro.

Si è avuta così la certezza che lo stemma ONIGO era d'azzurro al leone d'oro.

Di conseguenza per l'Ente morale OPERE PIE d'ONIGO, a seguito dell'incarico ricevuto con la delibera del Consiglio di Amministrazione delle Opere Pie d'ONIGO n. 317 del 14 novembre 1997 e relativa comunicazione del Presidente in data 21 novembre 1997, prot. 2545, per oggetto:

definizione ufficiale dello stemma e del gonfalone, alla luce della presente analisi storico-araldica, udito l'Ufficio Araldico istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha convenuto di brisare il leone d'oro e di timbrare lo scudo con una corona speciale, si sono blasonati di conseguenza gli emblemi come segue:

STEMMA: di azzurro, al leone d'oro, allumato, linguato, armato di rosso. Lo scudo è timbrato dalla corona all'antica, d'oro, con quattro punte alte (tre visibili), alternate da quattro punte basse (due visibili), il cerchio gemmato e cordonato ai margini.

GONFALONE: drappo di rosso, caricato dallo stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in oro, recante la denominazione dell'Ente. Le parti di metallo ed i cordoni saranno dorati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto rosso con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma dell'Ente e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro”.

Veniva poi istruita la procedura che portava al Decreto Presidente della Repubblica 19 giugno 1998, concessivo dello stemma e del gonfalone alle Opere Pie d'Onigo in Pederobba (Treviso). 13)

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1) Crollalanza G. B. (di), Dizionario storico - blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti, Pisa 1886, p. 232.

2) Schroder F., Repertorio Genealogico delle famiglie confermate nobili e dei titolati nobili esistenti nelle Provincie Venete , Venezia MDCCCXXX, pp. 82-83.

3) Depliant invito Opere Pie D'Onigo, Comune di Pederobba e Provincia di Treviso per la Mostra di pergamene antiche dal 1216 al 1380 , venerdì 28 novembre 1997 presso la scuola materna “ Caterina Jaquillard ” Sede di Pederobba.

4) Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 31 luglio 1909, n. 178, p.4340, N. CCXXXIII e Statuto Organico e Regolamento Amministrativo Sanitario sulle OPERE PIE D'ONIGO in Pederobba. 5) Opere Pie d'Onigo, Notiziario amministrativo, anno I, n. 1, dicembre 1994, pp. 7-11 e Anno III, n.3, giugno 1996, p.20.

6) Depliant invito Opere Pie D'Onigo, Comune di Pederobba e Provincia di Treviso per la Mostra di pergamene antiche dal 1216 al 1380 , cit.

7) Opere Pie d'Onigo, Notiziario amministrativo, Anno III, n. 3, giugno 1996, p.20.

8 ) Carta intestata delle Opere Pie d'Onigo - Pederobba (Treviso).

9) Morando Di Custoza, Blasonario Veneto, Verona MCMLXXXV, tavv. CCLXXXII, CCCXXVI. 10) Niccolò Mauro, Genealogie Trevigiane, manoscritto n°. 1341, Biblioteca Civica di Treviso, sec. XVI.

11) Ferruccio Amigoni, Conegliano ed il suo magnifico Consiglio, in Rivista Araldica, 1952, p.87.

12) Francesco Lasinio, Stemmi dei Nobili e cittadini Trivigiani raccolti dal Sac. D. Francesco Lasinio, manoscritto n°.1067, presso la Biblioteca Civica di Treviso, anno 1713, p. 32.

13) I bozzetti dello stemma e del gonfalone delle Opere Pie d'Onigo di Pederobba (Treviso), approvati con D.P.R. 19 giugno 1998, sono di Sandro Nordio di Chioggia.

Gonfalone
Opere Pie d'Onigo
(Pederobba - Treviso)


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